“L'obiettivo è sradicare la violenza con ogni mezzo necessario", le parole del Ministro degli Interni dopo l’incontro con i vertici dello sport e il capo della Polizia Gabrielli
“Ogni settimana ci sono 12 milioni di tifosi che seguono gli eventi sportivi e seimila teppisti, da non confondere con i tifosi che sono il 99%. L'obiettivo è sradicare la violenza con ogni mezzo necessario. Con queste chiarissime parole si è espresso Matteo Salvini, Ministro degli Interni italiano, al termine della riunione straordinaria dell'Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive, svoltasi alla presenza del Sottosegretario Giancarlo Giorgetti, del Capo della Polizia, Franco Gabrielli ed i vertici dello sport tra cui Giovanni Malagò e Gabriele Gravina.
Salvini ha poi aggiunto: “Io sono per tornare ad autorizzare le trasferte collettive che sono maggiormente controllabili rispetto a centinaia di auto e min van. Il tema della sospensione delle partite è scivoloso perchè è un funzionario del ministro dell'Interno che si prende l'onere di dire sì o no. Poi si rischia di mettere in mano a pochi il destino di tanti, e chi decide il criterio di discriminazione dei cori? Preferisco prevenire e responsabilizzare".
Sul tema sicurezza è intervenuto il Sottosegretario Giorgetti che ha chiesto impegno alle società e alle leghe nello scegliere con oculatezza gli orari delle partite: “Per la sicurezza dentro e fuori gli stadi sono importanti la certezza delle pene, la rapidità dei giudizi, le aggravanti specifiche e le misure accessorie. A questo deve pensarci lo Stato. Un altro punto essenziale riguarda le date e gli orari delle partite, che vanno regolati secondo precise esigenze. In questo devono impegnarsi società e leghe".
Infine Giorgetti ha lanciato anche un appello ai protagonisti sul campo a mantenere i toni più bassi: “I tesserati e i media non devono stimolare la retorica ultrà che alimenta il proselitismo. Soprattutto i presidenti e i giocatori non devono gettare sempre benzina sul fuoco. Gli arbitri sappiamo che sbagliano ma bisogna cambiare culturalmente".