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La Supercoppa italiana resta il 12 gennaio: dal Consiglio di Lega nessun rinvio

Non è stato concesso il rinvio della partita, come richiesto da Inter e Juventus vista la situazione Covid

04 Gen 2022 - 12:18
 © Getty Images

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Anche il Consiglio di Lega conferma: nessun rinvio per la Supercoppa Italiana, Inter-Juventus si giocherà come previsto il 12 gennaio a San Siro alle ore 21 (con diretta su Canale 5 e in streaming su Sportmediaset.it). Nerazzurri e bianconeri avevano chiesto di spostare il match a causa della situazione Covid in evoluzione ma i sei consiglieri hanno bocciato all'unanimità la proposta.

Dopo la decisione del Governo di tornare al 50% di capienza negli stadi era emersa la volontà di Inter e Juventus di rinviare la finale di Supercoppa in primavera, con il 18 maggio come data possibile. In questo modo i due club speravano di poter giocare in un Meazza di nuovo pieno almeno al 75% e in un periodo meno intenso di partite ravvicinate come in questo mese di gennaio. La proposta di rinvio, però, non ha convinto i 4 consiglieri di Lega Tommaso Giulini (Cagliari), Luca Percassi (Atalanta), Paolo Scaroni (Milan) e Maurizio Setti (Verona).

La sfida tra l'Inter campione d'Italia e la Juventus vincitrice della Coppa Italia si disputerà quindi mercoledì 12 gennaio allo stadio Giuseppe Meazza di Milano, con inizio alle 21. Sono previsti tempi regolamentari ed eventuali rigori in caso di perdurante parità fra le due squadre. 

IL COMUNICATO DELLA LEGA
La Lega ha confermato che "il Consiglio della Lega Serie A, riunitosi nel pomeriggio in via d'urgenza per valutare la disputa della gara di Supercoppa Frecciarossa tra Inter e Juventus a fronte dell'emergenza da Covid-19, ha confermato, con decisione presa all'unanimità, che l'incontro si terrà come da programma il prossimo 12 gennaio alle ore 21.00 allo Stadio Giuseppe Meazza di Milano".

STOP ALLA VENDITA DEI BIGLIETTI
Intanto le vendite dei biglietti della finale della Supercoppa italiana sono ancora sospese viste le nuove disposizioni di governo sul Covid che riducono la capienza degli stadi al 50 per cento.

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