I due giocatori avrebbero scommesso già prima del trasferimento a Galatasaray (e poi Aston Villa) e Newcastle e sconterebbero l'eventuale squalifica nei club attualmente di appartenenza. L'avvocato Angelo Cascella ci ha spiegato come potrebbero far valere i propri diritti
di Alessandro FranchettiL'avvocato Angelo Casella © sportmediaset
Al netto di un'inchiesta che, soprattutto sotto il profilo sportivo, è ancora lontana da qualunque tipo di sentenza (per la Figc si parla di almeno un paio di settimane), a differenza di quanto accade per Nicolò Fagioli, giocatore della Juve all'epoca delle presunte scommesse e attualmente, i casi di Sandro Tonali e Nicolò Zaniolo, ancora da accertare, aprirebbero uno scenario nuovo e complesso. Il punto è questo: se i giocatori venissero squalificati sulla base di scommesse fatte quando ancora erano tesserati rispettivamente di Milan e Roma, le attuali società di appartenenza dei due (Newcastle per Tonali e Aston Villa, ma prima ancora Galatasaray per Zaniolo) potrebbero chiedere l'invalidamento del contratto? Lo abbiamo chiesto all'avvocato Angelo Cascella, esperto di diritto internazionale ed ex membro del TAS.
"Il discorso è piuttosto complesso - ci ha spiegato -, ma ritengo improbabile che Milan e Roma possano essere coinvolte nella vicenda. Ne potrebbero rispondere, e al momento è una questione per quel che si sa nemmeno sfiorata dalle indagini, solo nel caso in cui delle scommesse fossero stati a conoscenza dirigenti di alto livello. In questo caso per loro si configurerebbe il reato di omessa denuncia e i due club italiani potrebbero, ma non è scontato, passare da parte lesa quanto Newcastle, Aston Villa e Galatasaray, a co-imputati".
E in questo caso, quindi, l'eventuale invalidamento del contratto potrebbe portare a un risarcimento danni anche da parte di Milan e Roma?
"Bisogna fare un passo alla volta. Primo: siamo ancora alle indagini che devono accertare la violazione, in sede penale e sportiva, di un articolo. Nel caso di quella sportiva, l'articolo 24. Secondo: accertata la violazione si passerebbe alle pene che varrebbero anche in Inghilterra. La squalifica, che teoricamente non può essere inferiore ai tre anni, si potrebbe ridurre attraverso il patteggiamento (del 50% per l'art. 126 se prima del deferimento o di un terzo della pena per l'art. 127 se dopo il deferimento) e una collaborazione attiva dei giocatori che possa aiutare indagini che sono ovviamente più ampie della semplice scommessa (ad esempio, scoperchiare il vaso indicando altri scommettitori, ndr). Terzo: il primo passo per l'attuale club di appartenenza dovrebbe e potrebbe essere la sospensione dello stipendio del giocatore cui, eventualmente, potrebbe aggiungersi una richiesta danni in quanto parte in causa di un trasferimento che ha comportato passaggio di denaro. A quanto potrebbe ammontare questa richiesta danni è impossibile saperlo, ma non si può escludere che la richiesta danni delle attuali società di Tonali e Zaniolo possa essere inoltrata ai club in cui giocavano all'epoca dei fatti qualora si dimostrasse una loro responsabilità. Circostanza di cui dubito fortemente".
In effetti Milan e Roma sono giustamente sereni e ritengono di non poter essere sfiorati dalla vicenda che, ovviamente, potrà dispiacere dal punto di vista umano perché coinvolge giocatori che hanno fatto parte delle loro squadre e con cui c'era e c'è un profondo legame di affetto. Dal punto di vista economico, invece, il rischio di incorrere in richieste di risarcimento sembra risibile. Sempre che, e le indagini devono ancora accertarlo, ci sia effettivamente stato un reato da parte di Zaniolo e Tonali.