Sui social le pagine legate al tifo organizzato friulano si difendono e accusano il portiere del Milan: "Il gesto non è stato verificato da nessuna forza dell’ordine o giudice sportivo"
Dopo le dure accuse di Mike Maignan e la promessa di punizioni esemplari da parte dell'Udinese, sul caso di razzismo che sabato sera ha portato alla sospensione della sfida del Bluenergy Stadium di Udine intervengono ora anche i tifosi bianconeri, che tramite una pagina Instagram legata al tifo organizzato friulano, Curva Nord Udine Amarcord, si difendono e di fatto accusano il portiere rossonero di essersi inventato tutto: "Una cinquantina di telecamete, microfoni, forze dell'ordine, 25.000 persone allo stadio e l'unico ad aver sentito questi fantomatici cori razzisti è stato Maignan???"
"Presidente Fifa che rimane indignato dopo aver lucrato tutto il possibile sul calcio - prosegue il post - presidente CONI che condanna ovviamente il gesto che però non è stato verificato da nessuna forza dell'ordine o giudice sportivo! Gente che condanna la nostra curva perché Tizio ha sentito al bar la mamma di Caio a cui la sorella di Sempronio gli ha detto che l'amico ha visto al tg che... Ma di cosa stiamo parlando?! Come le pecore, in tv o nei social dicono una cosa e tutti ci credono? Prima di diffamare una tifoseria, una gente, un popolo che ci siano delle prove almeno".
CURVA UDINESE: GESTI SINGOLI NON RISPECCHIANO COMUNITÀ
"Durante Udinese-Milan non è stato effettuato nessun coro discriminatorio. Eventuali parole maleducate o urla incivili di un singolo non rispecchiano la mia comunità". È quanto si legge in un comunicato pubblicato della Curva Nord dell'Udinese in merito agli insulti razzisti denunciati da Mike Maignan nel corso del match di campionato di sabato con il Milan. "Io, Curva Nord, dopo 50 anni di storia e centinaia di migliaia di persone friulane che mi hanno vissuto non accetto di essere infangata da giornalisti, politici, opinionisti, sportivi e dirigenti, senza nessuna verifica o approfondimento preventivo, in quanto la mia storia e il mio vivere non è giudicabile da singole persone che non mi conoscono - si legge sulla pagina Facebook della Curva Nord bianconera - Pur nascendo e vivendo nella subcultura giovanile io rappresento in maniera unica un popolo, quello friulano, che per amore di una squadra ormai da mezzo secolo si trova unito al mio interno. Le accuse di razzismo e di ignoranza non mi toccano. Io accolgo persone di tutte le età, tutte le classi sociali e di tutte le nazioni. L'unico colore che conta veramente è il bianco-nero".
"La reazione del portiere è sembrata veramente diversa rispetto a quanto accaduto qualche mese prima, durante Roma-Milan, quando Lukaku è stato preso di mira dagli spalti - ricorda la Curva Nord - Numerosi giocatori dell'Udinese sono di colore e nessuno si è mai lamentato di aver subito comportamenti razzisti allo stadio o nella vita di tutti i giorni da parte del popolo friulano. Io vivo del fare, meno del parlare, e per rispetto a tutti gli emigranti friulani che per secoli hanno lavorato nel mondo per mantenere e migliorare le nostre famiglie, io, Curva Nord, penso di istituire e dare un premio annualmente a un ragazzo friulano che senza piangere, lamentarsi o fare politica porti in alto genuinamente il nostro modo di essere". "Diffido formalmente chiunque voglia continuare questa campagna denigratoria nei confronti della mia gente per episodi che riguardano eventualmente singole persone", si legge infine.
Solo una multa - Proprio per ciò che scrivono i tifosi friulani, in attesa di sapere cosa deciderà il Giudice Sportivo, è difficile pensare che la curva bianconera rischi una squalifica perché secondo l’articolo 28 del codice di giustizia sportiva, le società sono ritenute responsabili per cori che siano espressione di discriminazione "per dimensione e percezione reale del fenomeno". I “buu” sono quindi sanzionabili con un’ammenda, ma non punibili con le porte chiuse se a intonarli sono state poche decine di persone.