Non è parente di Zlatan anche se potrebbe essere suo figlio, fa il centrocampista e viene dal Bayern dove è stato il secondo esordiente più giovane della storia
di Enzo PalladiniSi sapeva già che Ibrahimovic ha parecchi sosia in giro per il mondo, uno di questi è un giocatore di basket del Bayern Monaco che si chiama Nihad Dedovic. Ma adesso in Italia, e proprio dal Bayern, arriva un omonimo del campione svedese. Si chiama Arijon Ibrahimovic, è nato in Germania da genitori kosovari e vestirà la maglia del Frosinone. Da Zlatan ad Arijon: 24 anni di differenza, come fossero padre e figlio.
Non è il figlio di Zlatan, ma è il fratello minore di Leunard, un onesto mestierante del pallone che gioca in difesa (ma spesso va in panchina) nell’ATSV Erlangen, club militante nella Bayernliga Nord, praticamente la quinta serie tedesca. Arijon Ibrahimovic non è figlio d’arte e quindi nemmeno fratello d’arte, ma una grande promessa del calcio che vuole affermarsi con i propri mezzi e a dispetto del suo cognome. Per dimostrare il suo valore ha accettato di giocare con la maglia del Frosinone e spera così di conquistarsi un po’ di popolarità. A differenza del celebre omonimo non fa l’attaccante ma il centrocampista, quello che gli inglesi chiamano “box to box” e Carlo Ancelotti aveva ribattezzato con un simpatico neologismo “tuttocampista”. Tanto per far capire il tipo di giocatore, i giornalisti tedeschi lo hanno paragonato a Leon Goretzka. Molto tecnico e completo nelle sue caratteristiche, bravissimo nel pressing.
La storia dell’altro Ibra inizia a Prizren, città situata nell’estremo sud della pianura del Kosovo occidentale, vicino ai confini con Albania e Macedonia del Nord. Papà e mamma Ibrahimovic partirono da lì per andare a cercare fortuna in Germania, per la precisione a Norimberga. Gli Ibrahimovic sono di etnia albanese, tant’è che nella versione originale il cognome era Ibrahimi. Proprio a Norimberga, Arijon è nato l’11 dicembre del 2005, a sette anni e mezzo è entrato nel settore giovanile del Greuther Furth e l’anno seguente è passato al Norimberga. Quattro anni di meraviglie in ogni partita, poi nel 2018, prima ancora di compiere 13 anni, l’ingresso nell’academy del Bayern Monaco, con una caratteristica ben precisa: la capacità di bruciare le tappe. A 14 anni giocava con gli Under 17, a 16 anni con gli Under 19.
Nel dicembre del 2022 venne inserito all’autorevole quotidiano inglese The Guardian in una classifica dei migliori giocatori del mondo nati nel 2005. Era già una realtà del calcio tedesco, convocato in rapida successione per la Nazionali Under 16, Under 17 e Under 18. Il 13 gennaio del 2023 è arrivata la prima convocazione per la prima squadra, anche se solamente per un’amichevole contro il Salisburgo, insieme ad altri ragazzi dell’academy: Johannes Schenk, Tarek Buchmann, Yusuf Kabadayı e Lovro Zvonarek. L’allenatore Julian Nagelsmann lo mandò in campo nel secondo tempo al posto di Musiala, quando il Bayern stava perdendo per 3-1. Ibra-bis segnò subito il suo primo gol con la prima squadra, la partita finì 4-4 e quattro giorni dopo, il 17 gennaio, Arijon firmò un prolungamento di contratto fino al 2025 con un cospicuo aumento di stipendio e venne inserito stabilmente nel gruppo dei “grandi” abbandonando definitivamente le giovanili.
È stato lo stesso Nagelsmann a farlo debuttare in Bundesliga l’11 febbraio del 2023, inserendolo al posto di Leroy Sanè al 77’ della partita vinta contro il Bochum per 3-0. Grazie a quello spezzone, Arijon Ibrahimovic è diventato il secondo più giovane giocatore ad avere debuttato con il Bayern nella massima serie tedesca. Solamente Paul Wanner è riuscito a fare meglio, avendo debuttato il 7 gennaio 2022 all’età di 16 anni e 15 giorni. In questa stagione, Ibrahimovic non ha ancora giocato partite in Bundesliga, ma in due gare con la squadra riserve in Regionalliga bavarese ha segnato un gol (contro il Norimberga B) e fornito un assist a Lovro Zvonarek contro il Bayreuth. Le premesse per un grande futuro ci sono tutte. A Frosinone lo aspettano con grande curiosità: prima di tutto perché ha le potenzialità per diventare un grande calciatore, e poi, ovviamente perché… si chiama in quel modo lì.