La vittoria contro il Como non nasconde i problemi di Motta salvato da Kolo Muani e Di Gregorio
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Un centravanti che segna, e quanto segna! Un portiere che para, almeno quattro interventi decisivi. La Juve vince così, in coda a una partita in cui c'è poco altro da salvare, ma tanto basta. E avanza, per ora. Il Como avrebbe meritato il pari, probabilmente anche qualcosa di più, ma il calcio è questo, anche quello di Thiago Motta che ancora non è dato riconoscere ma è pur tuttavia sufficiente per assicurare il quarto posto alla sua squadra. E se la Juve non vinceva due partite consecutive in campionato dallo scorso novembre (allora Udinese e Torino, adesso Empoli e Como), è chiaro che qualcosa (molto?) in questa stagione non è andato e ancora non va come dovrebbe, ma nella settimana che porta prima al playoff col Psv e poi al match contro l'Inter tanto può bastare.
Il mercato estivo ha dato poco, pur nell'abbondanza delle operazioni fatte, quello invernale ha portato invece il risolutore che mancava e che sta nascondendo problemi tendenti allo cronicità. L'impatto di Kolo Muani è stato, non solo nei numeri, devastante: il solo gol al Napoli non ha portato punti, quelli contro Empoli e Como ne hanno assicurati sei. L'ex Psg ha panchinato Vlahovic e i risultati hanno accantonato le polemiche: i risultati non lasciano spazio, per ora il declino della parabola dell'attaccante serbo in bianconero può essere messa in stand-by. Restano gli interrogativi sul gioco collettivo (quali sono le idee di Motta?), le prestazioni di Koopmeiners e Nico ancora sotto tono, anche gli altri ultimi arrivati sono più un'ipotesi sul futuro che non una certezza nel presente. Ma, come si diceva, un centravanti che segna e un portiere che para, spesso nel calcio sono più che sufficienti per fare punti e nascondere le "magagne". Per ora almeno.