"A Milano mi sentivo come in famiglia. All'Ajax provocato da Ibra"
Marco van Basten è stato uno dei simboli dello strepitoso Milan di Arrigo Sacchi, ma, a sorpresa, l'olandese non ha avuto parole dolci per il suo allenatore di quei tempi. Arrigo Sacchi? Non c'è mai stato feeling personale tra me e lui. Non mi ha mai dato l'impressione di essere onesto nei rapporti umani. Quando non era contento di come ci allenavamo, se la prendeva con i giovani, con i più deboli, che magari invece erano in testa a tirare il gruppo", ha detto a "7".
Nemmeno con un giovane Ibra i rapporti sono stati facili: "Tornai all'Ajax da allenatore e un ragazzo mi provocò. Sei van Basten, mi disse passandomi la palla, fammi vedere cosa sai fare. Ma io ormai non potevo più muovere la caviglia. Chi era? Sono sicuro che lo conoscete. Si chiamava Zlatan, di cognome Ibrahimovic".
La sua parentesi milanese, però, gli ha regalato solo ricordi piacevoli. "A Milano mi sentivo come se fossi parte della famiglia. Insieme abbiamo vissuto una vita intera. Mi avete visto nascere, come giocatore e come uomo. Mi avete visto crescere. E purtroppo avete visto la mia fine. Ero convinto che sarei durato per sempre, dicevo ai miei compagni che avrei smesso a 38 anni. All'inizio non capivo. Ero troppo concentrato sul mio stare male. Mi chiedevo perché quella sofferenza dovesse toccare proprio a me. Non ho mai avuto una risposta", ha concluso.