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It's (not) coming home

Storia controculturale dell'inno calcistico inglese per eccellenza

07 Lug 2021 - 07:07

Se c’è qualcosa che negli ultimi anni è stato spesso usato in senso avverso nei confronti dell’apertura e dell’inclusione verso l’altro, è il concetto di origine legato alla costruzione dell’identità personale e/o di rivendicazione territoriale. Proprio il tema del territorio è stato poi ulteriormente declinato attraverso il concetto di casa, “essere a casa” e “sentirsi a casa”; partiamo dunque proprio dalla casa, home.

Il coro che ormai sta accompagnando l’Inghilterra da quasi trent’anni, It’s Coming Home, durante questo Europeo ha assunto lo status di litania trasfigurante diventando un vero e proprio inno, qualcosa in cui ci si riconosce e dietro al quale si avanza compatti. All’anagrafe, per così dire, il vero nome di It’s Coming Home è Three Lions (Football’s Coming Home) ed è stata scritta da David Baddiel e Frank Skinner su musica dei Lightning Seeds e Ian Broudie, in occasione di quello che ad oggi può essere definito come uno dei campionati europei più iconici di sempre, vale a dire Euro ‘96.

Piccola premessa sugli autori del testo. Baddiel e Skinner sono due attori-presentatori-comici che, sullo stile della Gialappa’s (tanto per darci un corrispettivo italiano), non solo scrissero il testo di Three Lions ma condussero anche il programma televisivo che accompagnò l’Europeo inglese. In realtà quello del ’96 è stato l’ultimo anno del loro programma Fantasy Football League, ispirato fin dal titolo al fantacalcio e andato in onda sulla BBC a partire dal 1994; visto il successo del duo però, il programma avrà altri due speciali legati al Mondiale del 1998 e all’Europeo del 2004.

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