Dalla Lazio di Maestrelli al Parlamento, dal cielo al mare
Il cursus honorum nel calcio moderno prevede, dopo la fine della carriera in campo, una serie di allettanti possibilità: imbellettarsi in prima serata per diffondere il verbo dell’opinionismo, improvvisarsi faccendiere di talenti, concedere la propria notorietà a qualche brand o cimentarsi in improbabili simposi nell’universo social; i presunti ortodossi rimangono nel rettangolo verde, scegliendo la carriera da allenatori. In questi modi si riciclano pressoché tutti i protagonisti del calcio attuale. Chi ha vissuto altre epoche però, come Luigi Martini, e chi come lui ha un simile portato umano, non ci pensa neanche a partecipare ai teatrini del gossip attuali.
Dopo l’esperienza calcistica, con una carriera da terzino nella celeberrima Lazio di Maestrelli, Martini ha scelto tutt’altro che ripieghi salottieri o scelte di comodo. Una vita da pilota Alitalia, una da parlamentare in Alleanza Nazionale e, in ultimo, quella da navigatore. Non poteva che essere sfrontata l’esistenza di un uomo che ha vissuto gli Anni di piombo dapprima nella Livorno terribilmente comunista e poi, per tutto il decennio a seguire, nella Lazio con simpatie neofasciste di Chinaglia & co.