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Lo stadio Flaminio è un pezzo di storia

Riuscirà l'impianto a risorgere dalle (proprie) ceneri?

29 Gen 2021 - 07:07

Il 12 marzo del 1959 lo Stadio Flaminio apriva ufficialmente i battenti. Sono passati poco più di 60 anni, eppure attualmente il Flaminio non esiste più. Non esiste perlomeno in quanto agibile anche perché l’impianto, a onor di cronaca, è sempre lì, nel quartiere Parioli di Roma. Un gioiello architettonico opera del lavoro della famiglia Nervi (Pier Luigi padre, Adriano figlio), costruito in occasione del torneo olimpico di calcio del 1960.

La sua struttura è unica, di scuola italiana; erano d’altronde gli anni del boom economico, c’era la voglia di fare cose nuove. La tribuna del Flaminio è continua, non ha un blocco in nessuno dei quattro settori. La partita è non solo godibile da un punto di vista visivo, ma ancor più partecipativo. Il disegno di Adriano Nervi era infatti volto a coniugare l’eleganza dell’architettonica italiana – in quel momento storico tra le migliori al mondo – con l’agibilità e l’utilizzo dell’impianto stesso.

È importante ricordare infatti che il Flaminio, nonostante sia stato per anni oggetto di contesa tra i due club romani di calcio, è prima di tutto il cuore pulsante dello sport romano. Se togliamo il Foro Italico (a pochissimi passi dallo Stadio Olimpico), la struttura interna del Flaminio può dirsi a ragione la più importante nel territorio capitolino, con una piscina semi-olimpica e cinque palestre per pugilato, ginnastica e atletica pesante.

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