Logo SportMediaset
In evidenza

Seguici anche su

Luis Enrique, leader e gentiluomo

L'allenatore che non accetta compromessi

14 Lug 2021 - 08:37

"Mañana salimos con Morata y diez más”. Morata e altri dieci. Per certi versi è un grande classico, l’allenatore che difende un suo giocatore in difficoltà. Ma è anche, e soprattutto, uno dei tanti momenti in cui Luis Enrique ha fatto parlare di sé agli Europei, accettando di subire le critiche come un buon padre subisce la pioggia quando c’è bisogno di coprire i figli. Nelle partite successive Morata ha alternato prestazioni buone e meno buone, in verità come tutta la Spagna, che paradossalmente è stata eliminata dopo la sua miglior prestazione del torneo contro l’Italia. Per capire fino in fondo l’emotività di un calciatore agli Europei probabilmente servirebbe uno psicologo. Oppure un uomo come Luis Enrique, che da una Selección bella ma fragile lascia l’impressione di aver tirato fuori il massimo. La Spagna ha costruito le sue certezze lentamente e nelle difficoltà, sbagliando e riprovandoci, evolvendosi man mano in una squadra a immagine e somiglianza del proprio allenatore. Vale a dire mettendo la coesione del gruppo prima di ogni cosa, fin dalla scelta di lasciare a casa il titano Sergio Ramos o talenti del calibro di Isco e Asensio, anche a costo di partire con un paio di uomini di svantaggio rispetto alle concorrenti.

Luis Enrique va dritto per la sua strada. Da calciatore ha giocato per tre squadre: quella della sua città, lo Sporting Gijón, il Real Madrid e il Barcellona. Era un centrocampista molto duttile e indiscutibilmente talentuoso: tanto gli era bastato per ottenere un quinquennale in una delle migliori squadre del mondo, a soli 21 anni. Tuttavia, coi Blancos le cose non vanno benissimo. Parola sua: «Raramente mi sentivo apprezzato dai tifosi». Allo scadere dei cinque anni, quindi, Lucho viene acquistato a zero dal Barcellona. In un ambiente diverso ed evidentemente meno individualista, Luis Enrique aumenta il suo rendimento in misura esponenziale: passa dalle 18 reti segnate in 213 partite col Madrid a 108 gol in 300 presenze col Barcellona.

Commenti (0)

Disclaimer
Inizia la discussione
0/300 caratteri