La palla lunga, se codificata, può essere un'alternativa
“Io penso che il calcio si sia perso nel concetto di Tiki-Taka. Il punto non è avere il controllo del pallone ma cosa farci con quel pallone tra i piedi. Perché se è più utile fare un solo passaggio, decidi di farne cinque per raggiungere lo stesso risultato? Devi giocare conoscendo i tuoi punti di forza e giocarci assecondandoli”. Questo è il manifesto calcistico di Kasper Schmeichel – portiere del Leicester dei miracoli – espresso in Fearless Foxes: Our Story, il documentario ufficiale uscito nel 2020 e dedicato all’impresa 2015/2016.
Le sue parole, in controtendenza rispetto alla mentalità dominante che propone l’uscita palla al piede come diktat irrinunciabile, dimostrano che non tutti si arrendono al possesso palla spasmodico ed ossessivo-compulsivo. Edoardo Sanguinetti in “Per una critica dell’avanguardia poetica in Italia” scrive: «Cambiare la vita, modificare il mondo sono due motivazioni alla base della creatività». In queste parole è riassunto il concetto di ribellione pacifica, volta a modificare il reale in senso positivo, attraverso l’utilizzo della creatività e dell’arte.
Ancora, chi ha deciso che la ripartenza non possa essere eseguita e supportata dall’utilizzo della cosiddetta “palla lunga”?