Logo SportMediaset
In evidenza

Seguici anche su

Quella Roma non sarà un fuoco di paglia

Torniamo nell'ex DDR, subito prima che la Roma diventasse grande

01 Ott 2020 - 07:51

Jena, Germania Est, 1° ottobre 1980. Otto di sera. La Roma è appena scesa in campo contro i padroni di casa del Carl Zeiss. Primo turno della Coppa delle Coppe, il risultato della partita d’andata parla a favore degli ospiti. Due settimane prima, all’Olimpico la squadra capitolina ha vinto con un 3-0 che di norma lascia poco scampo. Nel retour-match di 40 anni fa avviene l’incredibile. L’opinione pubblica italiana rivede all’improvviso il giudizio sulla “nuova Roma”, guidata dal presidente Dino Viola, da Nils Liedholm in panchina e da Falcao in campo. Toccherà a società e giocatori reagire sul campo e far capire che la nuova Roma sarà anche una Roma nuova. Non certo una banale parentesi, come qualcuno deve pensare la sera di quel 1° ottobre.

Prime piogge autunnali, primi freddi di un autunno appena iniziato. È stata un’estate calcistica importante. E non solo perché nel 1980 vengono riaperte le frontiere per i giocatori stranieri. C’è anche un altro motivo che in una parte della Capitale ispira quel senso di novità al quale non si è abituati. A maggio la squadra ha vinto la Coppa Italia e in virtù del titolo la Roma potrà partecipare alla Coppa delle Coppe. La ribalta europea può a sua volta convincere un calciatore straniero importante a indossare la maglia giallorossa. Per mesi si parla di Zico, alla fine arriva dal Brasile un certo Paulo Roberto Falcao. Si sa poco di lui.
 

Commenti (0)

Disclaimer
Inizia la discussione
0/300 caratteri