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Suning naviga in cattive acque

L'Inter non può concedersi distrazioni

09 Feb 2021 - 08:00

Fermo. Sminuito, ridimensionato ma non ancora naufragato. Antonio Conte ha detto che è inutile nasconderlo, perchè l’Inter era partita con un progetto «e il progetto si è fermato ad agosto». Il gruppo Suning, proprietario del 68,55% delle quote del club, naviga in cattive acque. Il Covid-19 e le restrizioni dalla Cina hanno ridotto in brandelli i conti della galassia Zhang. Secondo il Financial Times, che cita dati Dealogic, entro l’anno Suning, già alle prese con l’aumento dell’indebitamento e la contrazione dei ricavi, deve onorare le scadenze di bond per 1,2 miliardi di dollari, dopo aver ripagato 1,5 miliardi lo scorso anno.

La crisi improvvisa ha stravolto anche i piani dell’Inter. La società nerazzurra, rilevata da Suning nel giugno 2016, aveva concentrato nelle ultime stagioni ingenti investimenti per ridurre il gap con la Juventus e tornare a recitare un ruolo di primo piano nel calcio italiano ed europeo. Le spese degli ultimi anni (gli acquisti di Lukaku, Eriksen e Hakimi su tutte), unite alle perdite causate dalla pandemia, hanno compromesso la strada verso la sostenibilità finanziaria.

L’Inter ha chiuso il 2020 con una perdita di 102 milioni, dovuta in gran parte ai mancati introiti causa Covid. Il club è afflitto da altre grane: stipendi arretrati, debiti di mercato e altre scadenze finanziarie. Urge, dunque, un’immediata immissione di liquidità.

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