La squadra giochicchia, convince poco, massimo risultato col minimo sforzo. Si, ma intanto è prima
Lo scrivo subito, così ci capiamo immediatamente; a me l’Inter vista con l’Udinese non è piaciuta. Ma non che non mi è piaciuta tanto per dire; no, non mi è piaciuta proprio. Il centrocampo ha ballato, eccezion fatta per i primi dieci minuti; nei restanti venticinque, fin quando De Paul ha deciso, bontà sua, di reagire in maniera dilettantesca ad una lieve provocazione di Candreva, direi maluccio. Quel che non capisco, parliamo di professionisti, non giocatori occasionali del sabato mattina, sono le proteste.
Ecco, le Società dovrebbero far leggere ai propri tesserati il regolamento, che ad un certo punto recita rispetto all’espulsione diretta: a prescindere che si concretizzi o meno il contatto, usa o tenta di usare vigoria sproporzionata o brutalità contro un avversario, un compagno di squadra, un dirigente, un ufficiale di gara o qualsiasi altra persona, in mancanza di contesa del pallone. Meditare De Paul, meditare. Da quel momento in avanti inizia una nuova partita. Dominata e stradominata dall’Inter. Mattatore della serata, inutile ripeterlo, Stefano Sensi, che estrae dal cilindro la giocata inaspettata, di testa, con gran coraggio, trascinando i nerazzurri in cima alla classifica. Certo, in vantaggio di risultato e di uomini la strada è stata in discesa.
L’Inter ha controllato, attenta a non sprecare energie più del dovuto in attesa dell’impegno di Champions domani sera e del derby del prossimo fine settimana, ma non ho gradito lo spettacolo. In sostanza; le squadre di Antonio Conte sono sempre state famose per la loro aggressività, per il muoversi all’unisono sul campo, riducendo di fatto spazi e tempi di giocata agli avversari, per la grinta nel non mollare fino all’ultimo secondo. Ora, forse si tratta di una problematica legata ad uno stato di forma che deve migliorare col tempo, ma io queste cose sabato sera non le ho viste. E parliamo di un copione perfettamente andato in scena col Lecce, molto meno a Cagliari dove, comunque, i giocatori avevano sopperito a qualche lacuna con la grinta di cui sopra. Va beh, non mi piace la critica a prescindere quindi preferisco rubricare la prestazione di sabato sera alla voce qualche volta capita.
Per chiudere, pensierino su Lukaku. Romelu, la tua immediatezza mi ha conquistato, il tuo vivere l’Inter mi ha convinto. Ma, in campo, qualche volta vai in porta senza dover per forza appoggiare al compagno che arriva. Intendiamoci, ti voglio bene lo stesso. Però, per cortesia, sii più egoista. Alla prossima.