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Cuore Tifoso Inter: Conte e i suoi fratelli

In 100 giorni è stato fatto il lavoro che normalmente si fa in un'intera stagione

09 Set 2019 - 10:11

Sono tanti i giocatori dell’Inter convinti di poter fare una stagione più che importante. Lo dimostra anche l’ultima dichiarazione di Lazaro, ancora oggetto misterioso a causa dell’infortunio: senza troppi giri di parole, l'austriaco parla di possibilità scudetto e della volontà di riportare la Champions a Milano. Ora, a parte le reali possibilità,  è comunque importante vedere l’ambizione in una squadra che fino a ieri pensava più in piccolo. Da quando il nome di Antonio Conte era stato ventilato, fino al giorno dell’annuncio, la realtà percepita ha cambiato forma e sostanza, il mondo Inter ha preso una direzione, esattamente come un bulldozer che investe ogni ostacolo.   

Dapprima qualche tifoso ha guardato al suo arrivo con grande diffidenza, persino ostilità, poi questa resistenza si è sciolta. Le qualità erano l’ultima cosa ad essere messa in discussione ma restava quella provenienza, dopo aver digerito l’arrivo di Marotta, più o meno con lo stesso sentimento.  In realtà questa accelerazione verso il processo di stima verso Conte e Marotta è stato creato dalle strategie di mercato, le prime amichevoli e le gare ufficiali.  Il giudizio uniformemente positivo della maggioranza interista proviene da un intento distinguibile, talmente risoluto e deciso da aver suscitato una certa sorpresa, dopo anni di promesse.

Quella convinzione cinica che si rifà al concetto che se il tuo lavoro è buono, non importa da dove vieni, è più vero che mai.  La provenienza juventina dei due reggenti ha superato leggende urbane, anche quelle più comiche:” Marotta è stato mandato qui dalla Juventus per sabotare l’Inter” e dalle convinzioni assolute di non potersi legare ad un allenatore tanto radicato nella storia bianconera. Nel giro di pochissimo tempo i dogmi si sono dissolti e, al contrario, diversi tifosi juventini hanno addirittura rinnegato Antonio Conte, tanto per capire quanto siano liquide le certezze nello sport. 

Quello che è altrettanto chiaro è che Conte, in 100 giorni di Inter, non ha provato alcun imbarazzo nel calarsi in questa dimensione, ha esercitato con la stessa passione le convinzioni nel mercato, anche manifestando pubblicamente le sue perplessità verso il mercato, quando si era in ritardo o la posizione in campo di Perisic non lo convinceva. 

La squadra ha capito i principi di gioco e, anche se sono passate solo due partite ci si è convinti che al comando della nave c’è un uomo forte che, a differenza dei tempi di Mourinho, non è solo.  I giocatori sono stati scelti in base alle necessità del tecnico e, anche se a centrocampo e in attacco non ci sono ad oggi fuoriclasse di livello internazionale in squadra (a meno che Sanchez non torni quello di prima e Lukaku non esploda definitivamente), è palese che ci sia finalmente un grande equilibrio nelle forze in campo, senza problemi visibili a vista d’occhio.  La profondità o la debolezza della rosa farà la differenza ma soprattutto un gruppo che oggi sembra più coeso che mai. Conte è qui da poco più di tre mesi ma il lavoro che ha fatto fino ad oggi è quello che normalmente viene realizzato in almeno un anno.  Ecco perché l’Inter in panchina deve avere sempre e solo un fuoriclasse.  

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