Il ragazzo sardo prende per mano il centrocampo italiano e rassicura tutti quanti
Per fortuna che a un certo punto di Finlandia-Italia, senza un per come o un perché, Nicolò Barella si è messo a giocare nel modo in cui tutti immaginavamo, reggendo praticamente gli ultimi trentacinque minuti da solo il centrocampo azzurro visto l’evidente calo fisico di Stefano Sensi, dopo un primo tempo di altissimo livello con dribbling, verticalizzazioni, lanci, tiri in porta (di cui uno da applausi a scena aperta con relativa parata pazzesca dell’estremo finnico che la Juventus si troverà di fronte tra poco, visto che Hradecky è il portiere del Bayer Leverkusen) e l’altrettanto lieve venir meno del motorino perpetuo Jorginho.
Nicolò si è acceso all’improvviso, stile Ivan Drago in Rocky IV; in effetti ce lo vediamo tutti il Mancio alzarsi dalla panca e urlare “Nicolooooò” con il giovane nerazzurro pervaso dallo spirito guida dei grandi mediani dell’Italia che fu. Eppure, diciamocela tutta, c’era una certa parte di tifoseria, non la maggioranza per fortuna ma una certa parte sì, inutile negarlo, che aveva già iniziato a storcere il naso. E non lo fa giocare, e quando entra non dà alla squadra il cambio di passo, ed è costato una fortuna; che poi, scusate, ma i soldi li caccia Suning e la proprietà sarà libera di spendere come meglio crede. O no? Comunque sia bentornato Nicolò, ti aspettiamo al Meazza.
L’intermezzo per le qualificazioni europee, ogni anno lo stesso strazio ad inizio settembre, ci ha riconsegnato anche un Lazaro in piena forma. Certo, direte, sai tu che test probante la Lettonia. Sarà, intanto il ragazzo ha giocato sessanta minuti intensi con scatti, progressioni e dribbling, ritrovando il campo ed una maglia da titolare. Vi assicuro, per un professionista tornare a provare certe sensazioni, certe emozioni, è fondamentale. Quindi, finalmente, Candreva avrà il suo antagonista, anche se il modulo di Conte va studiato al meglio dal ragazzo austriaco, abituato più a spingere che a difendere. Basta così? No, assolutamente no. Rientrerà Godin, e sono curioso di capire come schiererà la difesa il tecnico leccese, se rinuncerà tanto facilmente a Danilone D’Ambrosio ma, soprattutto, sta mettendo minuti nelle gambe Alexis Sanchez. Che difficilmente potrà emulare le gesta di Udine o quelle di Barcellona. Io, verosimilmente, mi accontenterei di vedere quello che a Londra deliziava la tifoseria Gunners. Ecco, davvero, mi basterebbe. A Manchester, sponda United, credono di averci rifilato un pacco? Beh, credevano la stessa cosa anche mentre l’Inter stava trattando Lukaku. E ho detto tutto. Alla prossima.