Antonio Conte entra a gamba tesa; non fischiate, state al nostro fianco
Ci sono occasioni nelle quali, alla mia età e avendo visto di tutto un po’, non riesco ancora a capacitarmi di certune reazioni; si, va bene, dettate dalla pancia, dall’arrabbiatura del momento, dal dispiacere di non aver colto i tre punti. Ma, che diamine, sentir fischiare una squadra prima in classifica ha dell’irreale. Beh, è successo. Io c’ero. Era venerdì 6 dicembre, pareggio a reti bianche con la Roma e qualche spettatore fischiante non si capisce bene cosa. Intendiamoci, la prestazione offerta contro i giallorossi non mi è piaciuta, così dissipiamo subito eventuali nuvolaglie possano accumularsi nella testa di qualcuno, ma questi ragazzi stanno correndo a perdifiato da inizio settembre, con infortuni che si sono accaniti soprattutto sul centrocampo – in attacco le soluzioni, seppur creative, esistono; in mezzo no – ledendo, nemmeno poco, la fonte ispiratrice del gioco contiano, basato su aggressività, riconquista palla, controllo delle fasce e ripartenze veloci.
Se però in mezzo la coperta non è corta, casomai cortissima, e a spomparsi tra infrasettimanali e sabati o domeniche sono sempre gli stessi, capirete che di tanto in tanto è umano prendere fiato. Soprattutto, perché c’è gente con poca, facciamo pochissima, memoria, domani sera al Meazza arriva il Barcellona e se vuoi continuare l’avventura in Champions devi vincere, per non aver alcun tipo di problema. Quindi è comprensibile cercare di risparmiare qualcosa, anche inconsciamente, da destinare alla Champions; la mia certezza è che domani l’Inter correrà a perdifiato per novanta minuti più recupero. Sul come andrà a finire non mi sbilancio, ma di sicuro non arretreremo di un centimetro e cercheremo di prenderci i tre punti in tutti i modi.
Conte, che ormai sta facendo breccia nel cuore della maggior parte del tifo nerazzurro – per gli altri mi dispiace, non so proprio che farci – ha giustamente ripreso certa parte di, chiamiamoli, simpatizzanti nerazzurri; non mi sono piaciute determinate reazioni da parte di qualcuno per uno stop sbagliato o un passaggio mal indirizzato, ha detto. In soldoni; cosa fischiate a fare? Siamo primi in classifica, in piena corsa per la qualificazione agli ottavi della massima manifestazione continentale, cercate di starci accanto invece di contestare. E la storia de il pubblico paga e ha diritto di esercitare il proprio disappunto, scusatemi, non regge; anzi, potrebbe reggere se la situazione fosse differente, se i ragazzi non dessero tutto per la maglia, se il tecnico si accontentasse dello stipendio percepito. Ma oggi, all’Inter, non funziona così. Sicché, scusate tanto, io sto con Conte; fischi per chi fischia.