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Cuore tifoso Inter: il duello

L’Inter ritrova il duello con la Juve recuperando prestigio ma l’odio tra le due tifoserie è eccessivo

05 Ott 2019 - 09:09
 © Getty Images

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L’idea che l’Inter affronti la Juventus da prima in classifica è un fatto piacevole. Il semplice assunto che ci arrivi dopo un inizio di stagione importante, con una crescita a vista d’occhio nelle prestazioni, è già una grande notizia. La partita a Barcellona, nonostante la sconfitta, ha creato un livello di consapevolezza a cui si spera non si associ un’aspettativa troppo alta rispetto alle reali possibilità della squadra. Conte ha portato in poco tempo una mentalità che i giocatori sembrano seguire senza remore e alzando anche il loro standard. Mi ha fatto piacere vedere un paio di giocatori dell’Inter, tra cui Lautaro, che parlavano di dispiacere per la sconfitta contro il Barca, parlando di un’occasione persa per colpa loro.

In altre due occasioni, dopo una gara col Barcellona, avevo sentito di giocatori risposte distanti, rassegnate, come se il livello degli avversari non fosse nemmeno avvicinabile. Ora con la Juventus arriva un match che potrà contare su una grande fiducia ma anche su una stanchezza che potrebbe pesare notevolmente. Troppo vicina la sfida coi bianconeri, contro i quali c’è un eccesso di astio che si trascina da troppo tempo.

L’origine della rivalità tra Inter e Juventus è lontano. Da parte juventina c’è la legittima rivendicazione di sentirsi il miglior club italiano, grazie all’albo d’oro, ai campioni che hanno giocato in questa squadra e si guarda alla lamentela che per anni è stata perpetua, con fastidio o indifferenza, vissuta unicamente come la volontà di delegittimare i suoi successi.

Da Torino c’è anche la percezione che l’Inter nella storia non abbia mai saputo accettare la sconfitta o il valore dell’avversario.
Da parte interista la questione risale più profondamente al 1961, quando subì il primo grande torto: il 16 aprile 1961 a Torino va in scena Juve-Inter, il Comunale è stracolmo, le tribune non bastano a contenere tutti gli spettatori, che arrivano vicini ai bordi del campo.

L’arbitro Gambarotta, al 31′ decide di interrompere il gioco. La vittoria va attribuita alla squadra ospite e la Lega infatti assegna il 2-0 all’Inter. Un mese dopo, il 3 giugno, alla vigilia dell’ultima partita di campionato, la Caf accoglie il reclamo della Juve e decide che la partita va rigiocata. L’Inter protesta e la stampa sospetta considerando che, l’ente di appello abbia il suggerimento di Umberto Agnelli, presidente della Juve ma anche della Federcalcio. Basterebbe questo ma poi arriverà anche Ceccherini e tutta la stagione del 98, fino a Calciopoli diventato lo spartiacque tra la civiltà sportiva e il bestiario social. Una vicenda che ha dato vita ad una faida, in cui migliaia di haters danno sfogo ai loro istinti più squallidi. 

La dirigenza juventina da anni colleziona ricorsi su ricorsi per ottenere l’annullamento dello scudetto assegnato all’Inter nel 2006. Non per ottenerlo ma per toglierlo e questo non fa altro che alimentare costantemente uno stato di tensione tra le due tifoserie.

Sembrava che la vicenda fosse terminata quando Agnelli aveva candidato Moratti in FIGC nel 2018, poi la querelle con Marotta, terminata in un allontanamento del massimo dirigente poi reclutato da Zhang, ha rinfocolato la questione.

In futuro vorrei vedere Inter-Juve in cui l’unico argomento sia la partita, gli aspetti tattici e vedere dirigenze e tifoserie animate da un antagonismo con molto più stile e intelligenza di quanto stiamo assistendo da troppi anni. 

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