Solita Inter con poco gioco e poche idee. Un pareggio inutile che, tutto sommato, ci sta
di Gabriele Borzillo
È difficile scrivere qualcosa dopo una partita come quella di ieri: difficile perché non è stata una battaglia, calcisticamente parlando, un continuo capovolgimento di fronte, azioni entusiasmanti, ripartenze rapide e ficcanti. No, è stata una partita monocorde, giocata più sugli errori altrui, in alcuni casi orrori veri, che sulla costruzione di gioco. L’Inter perde l’ultimo treno valido per infastidire la Juventus, ammesso che qualcuno ci credesse davvero e, visti i giocatori in campo, non so quanti ci credessero sul serio, al termine di una prestazione sufficiente, nulla più. Antonio Conte non si discosta dal suo mantra linea a tre, prova a sorpresa Brozovic dietro le punte, tiene in panca Ro-me-lu confermando Lautaro e Sanchez.
Esperimento fallito. Brozo, a supporto degli attaccanti, è sprecato: poi sì, d’accordo, lo metti lì per cercare di fermare l’azione avversaria sul nascere. Ma, in sostanza, ti privi di un pensatore in mezzo al campo: anzi, facciamo dell’unico pensatore che hai in mezzo al campo. Però vai in vantaggio, giochi anche un discreto primo tempo, praticamente la Roma che non combina il nulla nel senso di il nulla e viaggi col pilota automatico nonostante l’assenza ingiustificata di Young e, soprattutto, di un Lautaro sempre più l’ombra del bel calciatore ammirato da settembre a dicembre.
Purtroppo, quando ormai sei tranquillo e stai già prendendo la scaletta per gli spogliatoi, l’arbitro Di Bello decide di convalidare un gol della Roma viziato da un fallo piuttosto evidente o, almeno, dal mio punto di vista piuttosto evidente. Possiamo anche star qui a discutere sulla problematica dei tacchetti di Lautaro che non sta in piedi nemmeno per sbaglio, ma l’intervento di Kolarov da tergo è fallo sempre: colpisce la suola dell’attaccante argentino che va per le terre. Di Bello decide diversamente, magari Rizzoli ci spiegherà. Magari…
L’Inter accusa il colpo e, nella ripresa, smette praticamente di giocare. Oh, intendiamoci, dall’altra parte non è che si veda il Brasile di Pelè e Garrincha ma, con un gollonzo fatto da rimpalli che nemmeno il flipper di quando ero bambino in spiaggia, passa in vantaggio. Ti aspetti una reazione, un qualcosa, un minimo. Invece niente, a parte i cambi forse tardivi di Conte. Pareggi perché Spinazzola la combina grossa e azzoppa Moses. impossibile, letteralmente, non fischiare rigore che Lukaku non fallisce.
Finisce pari, ma la sensazione è quella di non averci creduto fino in fondo gettando alle ortiche altri due punti.