La squadra di Conte ha operato il sorpasso sulla Juventus ed è in corsa per il titolo grazie alla rivoluzione culturale operata in estate
Forse nemmeno Conte prevedeva che la sua Inter funzionasse tanto bene, nonostante i palesi problemi di organico, una rosa non ancora attrezzata come quella della Juventus e alcuni infortuni, due lunghissimi, come quelli di Sensi e Sanchez. La Juve sta andando al solito ritmo vertiginoso, almeno in termini di punti, perché il suo gioco non è scintillante ma non lo era nemmeno con Allegri. L’Inter sta andando allo stesso ritmo, sorprendendosi di sé stessa e affrontando le difficoltà grazie all’autostima e le consapevolezze in costante crescita.
L’Inter gioca un calcio semplice e riconoscibile, nel quale ogni elemento si sente coinvolto e la struttura dei reparti appare limpida. È facile comprendere come la difesa sia un punto di forza, nonostante con la Spal non ci sia stata la miglior performance della stagione, come l’attacco sia devastante, grazie alla sintonia, comprensiva di crescita e miglioramento fisico dei due titolari e come il centrocampo, pur restando il reparto meno solido, resti affidabile contro ogni avversario. Persino Antonio Conte è stato salutato dalla curva con cori che anni fa sarebbero stati impensabili.
Quanto possa durare questo momento non è facile saperlo, non certo perché la squadra di Conte sia un bluff, piuttosto perché il ritmo che sta tenendo tra campionato e Champions è elevatissimo e lo sta mantenendo con in campo praticamente sempre Skriniar, De Vrij, Brozovic, Lukaku e Lautaro Martinez. La perdurante assenza di Sanchez, Sensi e ora anche di Barella, tre giocatori determinanti, non si sta ancora facendo sentire anche grazie all’applicazione di Gagliardini e Vecino, come dell’inossidabilità del duo d’attacco.
Ora che arriveranno Roma e Barcellona le cose però saranno molto diverse perché, oltre agli straordinari automatismi che la squadra ha trovato, oltre all’abnegazione e lo spirito di gruppo, come non si registrava da tanti anni, contro le due prossime avversarie servirebbe anche un tasso di qualità che non si può raggiungere solo con la volontà. La Roma è qualitativamente forte, con qualche problema in difesa ma un livello tecnico da top club, il Barcellona, pur essendo già qualificato e schierando una squadra formata da alcune riserve, come ci si immagina che utilizzerà a San Siro, resta un avversario fortissimo. Ogni settimana sarà una scoperta ma quello che l’Inter ha ottenuto fino ad oggi è più che meritato.