Dopo il pari sanguinoso col Sassuolo, le due vittorie consecutive, maturate in modo opposto, restituiscono all’Inter la serenità che sembrava compromessa
di Lapo De Carlo
Sembra quasi che gli interisti non sappiano che farsene delle vittorie facili, specie se senti tifosi che non si scompongono, denunciando che in fondo il 6-0 è arrivato con l’ultima in classifica. Tutto vero e a confortare questo sentimento può bastare il fatto di aver visto troppe volte un'esaltazione per una vittoria travolgente, sommersa da una delusione imprevista magari solo una settimana dopo. L’Inter ha giocato una partita dall’inizio alla fine, non ha fatto filtrare spifferi, non ha amministrato goffamente ma ha semplicemente giocato a calcio fino alla fine della partita, divertendosi senza specchiarsi.
Bene Moses, bravo a cercare e vincere gli uno contro uno con personalità e a vincerli, molto bene Sanchez, “tuttocampista” e punto di riferimento della squadra grazie a dribbling, scatti, pressing, recuperi e naturalmente il gol. Bene anche Ashley Young, al di là di un errore sanguinoso a inizio partita, perdonato dal gol pochi minuti dopo, rassicuranti D’Ambrosio (alla seconda partita), Bastoni e Borja Valero. Lautaro Martinez resta invece al di sotto del suo standard e, a giudicare da come se l’è presa col palo verso la fine del primo tempo, sembra essere più la tranquillità a mancargli, non la voglia.
Il valore del giocatore l’abbiamo conosciuto fino al gennaio di quest’anno, in seguito l’argentino ha messo in campo un avatar che fa movimenti più prevedibili e cerca colpi con poca convinzione. Quando la clausola rescissoria scadrà si entrerà in un’altra dimensione e Lautaro dovrà dimostrare di voler restare.
Il 6-0 al Brescia è invece l’ulteriore dimostrazione che la squadra riesce a giocare con leggerezza se non deve chiedersi troppo.
Dopo la partita col Sassuolo, la spiegazione preferita riguardava la panchina corta e l’assenza di ricambi di livello e non si è segnalato abbastanza che, se persino giocatori come De Vrij e Skriniar andavano in crisi, era perché il modulo si presentava necessariamente sbilanciato.
Il 3 4 1 2 di Conte è stato necessario, a prescindere dall’obiezione che gli si può muovere riguardo il modulo di una difesa a quattro che forse garantirebbe maggiore equilibrio. Ieri sera l’Inter è tornata al 3 5 2 ed è parsa ritrovarsi ma ci vuole un avversario più probante per confermarlo.
Per tutta la stagione la squadra ha giocato male e perso in tutte le occasioni in cui affrontava avversari di livello, la vittoria di Parma invece potrebbe aver sbloccato i giocatori dell’Inter ma questo lo vedremo soprattutto tra la partita di domenica col Bologna e quella di giovedì al Bentegodi.