L’Inter domina, resta in dieci, soffre un quarto d’ora e controlla con maturità
Da dove vogliamo cominciare? Perché questa partita andrebbe raccontata a episodi, a sketches, a fotografie. E allora iniziamo dall’ultima fotografia, da quella che più appaga i cuori nerazzurri; la corsa della squadra sotto lo spicchio di curva occupato dai tifosi interisti, il salto tutti insieme, l’andiamo urlato da Antonio Conte stringendo i pugni. Tre punti importanti, tre punti importantissimi. Non per il valore in sé dell’avversario, la Samp è stata surclassata in ogni dove per oltre cinquanta minuti, ma per la capacità nel gestire una situazione che, di colpo, era diventata complicatissima.
Pronti via, l’Inter mette in chiaro perché è prima in classifica; e la Samp, spiace ma stavolta è così, perché è ultima. Praticamente non esiste partita, i blucerchiati restano arroccati nei loro trenta metri finali dove la truppa Conte entra a proprio piacere e gradimento. Pressing, verticalizzazioni, giro palla veloce, a tratti frenetico, ciascuno che occupa la posizione corretta in campo sicché, per chi ha il pallone tra i piedi, è semplice trovare lo scarico immediato. E se il gol viene da una deviazione casuale di Alexis Sanchez, perché di deviazione casuale si deve parlare, altro non è se non frutto di una supremazia totale che, dai e dai, sarebbe comunque sfociata in rete. Così come, forse, casuale è anche la palla sulla quale sempre Sanchez si avventa raddoppiando, più che un assist un tiraccio sbilenco di Sensi, giocatore immenso, con piedi fatati e intelligenza calcistica oltre la media. Ma vogliamo dimenticare le occasioni sprecate da un Lautaro peggiore in campo nel primo tempo e non solo non per l’impegno, quello il Toro non lo scorda mai nello spogliatoio, quanto piuttosto per grossolani strafalcioni sottoporta che ne penalizzano il gran correre a destra e a sinistra, pressando qualunque difensore avversario.
Il primo tempo finisce zero a due, ma tra le due squadre i gol di differenza potevano e dovevano essere il doppio.
Altra foto; Lautaro sbaglia a tu per tu con Audero, Sanchez si butta sul pallone vagante, cerca il contatto con la gamba del difensore doriano il quale, intelligentemente, la toglie; Alexis si trova a volare senza un perché nell’area avversaria. Ammonizione, secondo giallo, espulso.
Qui la Samp inizia a crederci; noi perdiamo le misure, attraversiamo una decina di minuti durante i quali sbandiamo fino all’uno a due. Poi i cambi di Conte, azzeccati, il gol di Gagliardini, la gestione della palla addormentando il gioco. Va bene così, Genova espugnata ed un'altra micro dose di autostima che ci avvolge. Alla prossima.