Ora che i nerazzurri sono tornati a contare ci sono valutazioni sulle sue reali possibilità condizionate più da antipatie e malintesi che da dati oggettivi
L’Inter di Conte è nata da poco più di quattro mesi ma il metro di giudizio nei confronti della squadra e del suo allenatore non riesce ad essere serena. L’aspettativa alzata dallo stesso club sulla lunga distanza (Inter tra le più forti a mondo nei prossimi anni), l’arrivo di Conte valutato solo per la sua cultura ossessiva della vittoria, invece che per una scorciatoia verso i traguardi che la società intende mantenere stabilmente e le difficoltà della stagione giudicate con cinismo da osservatori più protesi aggressivamente a togliere alibi che a valutare con serenità il rendimento.
Attualmente la squadra di Conte è seconda in classifica, con i record di punti da quando ne vengono assegnati 3 ed è in corsa per entrare negli ottavi di Champions. In Europa sono arrivati i problemi e certamente la partita con lo Slavia Praga è stata quella dal risultato e andamento più deludente da inizio anno, mentre quella col Borussia Dortmund ha avuto un esito infausto per un black out mentale della squadra. I difetti nella crescita sono stati fatti notare da Conte per primo ma viene imputato un eccesso di lamentela per gli infortuni e la rosa corta. In realtà, se è vero, come si sono affrettati a dire tutti gli opinionisti, che le defezioni ci sono per tutti sarebbe altrettanto corretto dire che le altre squadre impegnate in coppa hanno evidenti problemi nel doppio impegno, infatti sono tutte ampiamente dietro in classifica e l’unico club in grado di tenere il passo in entrambe le competizioni resta solo la Juventus, che da anni ha una rosa molto più ampia.
Per arrivare a questo Conte ha chiesto uno sforzo superiore a tutti ma viene scambiato come vittimismo. Non è nemmeno onesto sostenere che l’Inter abbia una rosa di cui il tecnico deve essere solo soddisfatto perché ha lo stesso numero di giocatori della Juve. Come se non ci fossero differenze tra Biraghi e D. Costa o tra il bravissimo Esposito e Dybala come risorse. Dicono: ma è l’Inter ad aver fatto queste scelte nel mercato. Certamente ma in una sola sessione di mercato come ci si può aspettare di annullare il gap con una squadra che vince da anni? Ci vuole più tempo e comunque la differenza c’è e si vede. Dicono anche: ma Conte il primo anno alla Juve ha vinto. Bene, come mai non viene fatto mai notare che quella Juve non aveva l’impegno delle coppe? In sostanza si pretende che l’Inter sia più di quello che può essere, solo perché ha delle grandi ambizioni. Un giudizio incomprensibile che rivela quanto sia complicato il calcio dentro ma anche fuori dal campo.