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Inter, questione di testa

La più brutta squadra della stagione scivola malamente a Lecce. La Juventus ringrazia

20 Gen 2020 - 08:40

Male, molto male; l’Inter disputa la peggior prestazione stagionale. Senza grinta, senza nerbo, senza corsa, senza agonismo. Il difficile da capire è come una squadra che solo cinque giorni fa annichiliva il Cagliari sia riuscita nella non facile impresa di proporre un’involuzione tecnica e fisica complicata assai da raccontare. Stanchezza? No, proprio no; stiamo scrivendo di undici ragazzi che centoventi ore prima correvano e giocavano allegramente sul prato verde del Meazza, gioiosi, senza alcun sentore di fatica né fisica né, tantomeno, mentale. Carichi di lavoro eccessivi? Ipotesi suggestiva, ma remota; troppo poco il tempo trascorso tra martedì sera e ieri pomeriggio per tirarla in ballo.

Ciò che mi frulla nel cervello è, senza andare alla ricerca di scuse improbabili, una semplice e pessima sottovalutazione dell’avversario. Mi spiego meglio; la mia opinione, opinione personale pertanto del tutto opinabile, è che la squadra abbia pensato poco e male alla partita, preparandola con sufficienza e senza la dovuta abnegazione di cui l’Inter abbisogna per poter rendere, se non al massimo, almeno all’ottanta per cento del suo potenziale. Gli uomini di Conte non sanno ancora maneggiare quella capacità di vincere con cinismo tipica delle squadre abituate a superare partite complicate col minimo sforzo, trovando sempre e comunque lo spunto buono, la giocata, vivendo di rendita su quella roba lì. Esemplare, in tal senso, lo svolgimento della gara di Via del Mare; ritmo lento, basso che più basso non si può, idee poche e mal distribuite, dinamismo smarrito sul lungomare del Salento; gollettino trovato quando ormai non ci speravi nemmeno più e totale incapacità nel gestirlo, facendosi recuperare da avversari ampiamente alla portata su una distrazione difensiva collettiva da brividi lungo la schiena. Conduzione della gara, una volta in vantaggio, pessima; come a Firenze e come in altre occasioni, con punti gettati al vento perché, allorquando si va in vantaggio, manca quel qualcosa in fase di abilità nel nascondere il pallone all’avversario che stiamo ancora ricercando.

Il tutto al netto di un mercato di rincorsa e, sempre dal mio punto di vista, in leggero – eufemismo – ritardo. Il processo di crescita continua; passa, purtroppo, anche da prestazioni come quella di ieri, a tratti davvero inspiegabile. Ora resettare, arriva il Cagliari; e non sarà quello dimesso di pochi giorni fa. C’è da ripartire, e c’è da farlo immediatamente, senza voltarsi pensando a quel che poteva essere e non è stato.

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