I punti fermi di Antonio Conte? Semplice, la cosiddetta “vecchia guardia”
Sì, va bene, d’accordo, epurazione. Cacciamoli tutti (o quasi) i reduci di un campionato strampalato e che non passerà certo agli annali della storia calcistica nerazzurra come da ricordare; perché dilapidare undici punti di vantaggio e ridursi a centrare la qualificazione Champions al minuto 82 dell’ultima partita, contro l’Empoli, non può e non deve essere annoverato come evento indimenticabile. Ecco, dai, facciamo che abbiamo già rimosso e stiamo resettando.
Perlomeno, io sto resettando; ma, a giudicare dai movimenti di mercato veri (per adesso pochi) o presunti (ho perso il conto), la prossima Inter avrà cuore, corsa, palle e polmoni. Un bel mix, in linea con un pubblico che, anno dopo anno, continua a riempire sempre più il Meazza fino a diventare la quinta tifoseria d’Europa per numero di presenze allo stadio. Quinta tifoseria d’Europa, ripeto. E bisogna guadagnarseli stima ed affetto che il popolo nerazzurro elargisce a piene mani. L’epurazione di cui accennavo non ci sarà; è altrettanto vero che molti sono parcheggiati in un limbo che ricorda tanto la Divina Commedia dantesca. Sistemati lì,in attesa di un giudizio che potrebbe arrivare da un momento all’altro.
Quindi da cosa è certo di ricominciare Antonio Conte? Ma dai grandi vecchi, da coloro che il cuore, oltre l’ostacolo, ce lo buttano sempre. E non è detto siano tecnicamente i migliori, i più bravi; di certo, però, sono quelli più veri, quelli attaccati ai colori non solo per l’ingaggio, quelli che sotto i riflettori ci stanno poco ma, nel famoso spogliatoio, hanno peso specifico, piaccia o meno.
Personalmente ne ho individuati tre, ciascuno di Voi è libero di aggiungere o togliere chi meglio crede. Il primo è Samir, capitano e salvatore della patria. Senza le sue parate – perdoniamo qualche disattenzione, ci sta, vorrei solo migliorasse nelle uscite ma questo è un mio problema – dubito seriamente che oggi rivedremmo le stelle. Il secondo, in ordine di posizione sul campo, D’Ambrosio; che non è Maicon, non è Djalma Santos ma, puntualmente, da che le formazioni estive lo relegano a scaldare la panca perché è arrivato tizio o caio, si ritrova titolare. Danilo, insomma, panchina gli altri, è affidabile e su di lui sai di poter contare. Sempre. Il terzo, manco lo scrivo, Ranocchia. Conte lo conosce da anni, lo stima, e Andrea sa farsi voler bene dal pubblico. Tanto basta.
Mercato? Per quello aspettiamo luglio. Qualche soldino da investire c’è; della nuova dirigenza, che volete farci, mi fido. Nonostante capiti di imbattermi in sacche di tafazzismo ambulante.