Barcellona si archivia, ora cuore e garretti alla Juventus
Il giorno dopo riesci anche a digerirla meglio. Il giorno dopo, soprattutto, cerchi di analizzarla attentamente, facendo caso a tutti quei piccoli particolari che, a botta calda, sfuggono; vuoi per la fretta, vuoi per la tensione, vuoi per l’incazzatura. La Champions, al contrario del post Slavia Praga, ci consegna una squadra nel vero senso del termine. Una squadra che, per circa sessanta minuti, ha giocato un calcio totale e totalizzante al Nou Camp, irretendo gli avversari, innervosendoli, riducendo perfino uno come Leo Messi, giocatore immenso, alla caduta libera con occhiata all’arbitro dopo ogni contatto. Tralasciamo la prestazione del signor Skomina, gli consiglio di riguardarsi la partita per evitare, in un futuro prossimo, di inciampare in altre direzioni tentennanti, per essere cortesi, e concentriamoci sulla Juventus.
Perché, tra due giorni due, al Meazza saranno di scena i campioni d’Italia in carica, ennesimo esame per la truppa Conte; la domanda più in voga tra i tifosi nerazzurri riguarda tenuta fisica e psicologica della rosa. La trasferta in terra catalana ha sicuramente tolto energie preziose, da qualunque parte la si guardi, al contrario dei nostri prossimi avversari che hanno passeggiato contro una formazione modesta resa ancor più modesta dalla forza d’urto dei bianconeri. Quindi, scrivevamo poco sopra, come reagiranno i giocatori alla doccia fredda in terra iberica? Conte, lo ha detto e ripetuto, ha chiesto ai suoi di essere arrabbiati per quanto successo e di sfogare la rabbia accumulata in una grande prova domenica. Che sì, che va pure bene. Ma il problema principale è: come stiamo? Questa, infatti, potrebbe essere la variabile più importante. Non la rabbia, non la voglia, non l’impegno; molto più semplicemente lo sforzo fisico, enorme, che di certo peserà sui muscoli di quanti scenderanno in campo.
Qualche cambio ci sarà, senza dubbio. Così come, ne siamo certi, giocherà Romelu Lukaku, uno che a Barcellona sarebbe andato a nozze nelle praterie che i catalani concedevano all’Inter. In mezzo al campo qualcuno dovrà rifiatare, necessariamente, per lasciare spazio a forze fresche ed energie prorompenti; non mi stupirei, ad esempio, di vedere schierato titolare Vecino, tanta corsa, forza e inserimenti senza palla, per contrastare il centrocampo juventino, tecnico quanto volete ma potente proprio sotto l’aspetto della fisicità. Anche le fasce laterali abbisogneranno di un restyling; Asamoah e Candreva hanno consumato moltissimo correndo come ossessi al Nou Camp. Abbiamo Biraghi, abbiamo D’Ambrosio, abbiamo Lazaro; insomma, abbiamo alternative. Per ora andiamo di impressioni.
Ma l’avvicinamento a domenica sera è iniziato.