Perché partecipare ad un torneo se non lo si può vincere? Per soldi...
Beppe Marotta, poco dopo essersi insediato all’Inter, parlava chiaramente di acquisti che la società avrebbe dovuto fare per tornare al vertice, pochi mesi dopo ha rilasciato la seguente inquietante dichiarazione: “La famiglia Zhang vuole fare bene ma ci sono paletti veramente difficili, quelli del FPF, che ci impediscono di investire con carta bianca. La Juve? Dominerà ancora per qualche anno”. Viene da chiedersi perché partecipare a competizioni che l’Inter (e qualunque altra squadra che non sia la Juventus) non può vincere. Vengo da un calcio in cui potevano avere tutti l’aspirazione di vincere e oggi sembra normale lottare per una posizione che dia diritto ad una partecipazione ad una coppa.
Il calcio oggi appartiene solo a Real, Barca, Juve, Bayern e le inglesi. I Campionati vengono vinti sempre e solo dalle solite squadre e sembra che la cosa sia stata digerita dai tifosi, da come reagiscono con quel senso di ineluttabilità.
Paolo Scaroni, presidente del Milan, a novembre aveva serenamente detto: ”Nel calcio moderno la parte sportiva deve andare di pari passo con quella economica. Ma, di certo, una squadra come la nostra dovrebbe essere sempre in Champions League. A uno scudetto preferisco tre partecipazioni di fila nell’Europa dei big“.
Sembrava una boutade ma a quanto pare il risultato sportivo che i tifosi sognano non corrisponde alla politica di squadre dalla grande tradizione (come l’Inter), che devono fare i conti con la politica di una Uefa, la quale dal 2010 ha adottato il FPF, con criteri discutibili, che hanno portato a qualche multa al Man City e al PSG e al pugno duro verso altre società. Sono il primo ad essersela presa con Suning per gli investimenti illogici (90 milioni) di Joao Mario e Gabigol ma era il loro primo anno in Italia, stavano iniziando a capire, la politica cinese aveva premesse diverse e qualunque club al mondo che cambia tre presidenti in tre anni andrebbe in affanno (vedi Milan), con errori anche grossolani.
Senza contare il super debito e il settlement agreement e tutta una serie di paletti che la Juventus ad esempio fino al 2010 non aveva trovato nel processo di rilancio, se ci fosse stato il FPF già nel 2006 la sua crescita sarebbe stata molto più lenta. Per questo penso che l’Inter e tutte le squadre che partecipano ad una competizione dovrebbero avere un trattamento che permetta di essere competitive allo stesso modo. La ripartizione economica adottata in Italia ad esempio, tiene conto del numero di tifosi per distribuire i proventi e questo accentua ulteriormente il divario tra grandi e piccole. Se davvero l’Inter può al massimo aspirare ad arrivare seconda, mentre in Champions può sperare di raggiungere i quarti o fare un exploit come la Roma di una semifinale, spero sinceramente che a Zhang non stia bene e lavori per sovvertire questo destino, che ha dinamiche prive di un concetto sportivo ed è pregna di logiche esclusivamente economiche.