Il vero limite di questi anni resta la personalità dei giocatori scelti in campagna acquisti
L'Inter del prossimo anno sarà composta da giocatori forti, verrà potenziata in ogni reparto e avrà più certezze. L'esperienza in Champions avrà compiuto i due anni di vita e anche la breve esperienza in Europa League avrà generato degli spunti interessanti. Antonio Conte, è un uomo dal polso fermo e le motivazioni straordinarie. Ogni volta però che una nuova Inter viene costruita, di quei giocatori acquistati conosci le caratteristiche tecniche, il loro curriculum sportivo ma non il carattere e la capacità di far parte di un gruppo.
Il celebre presidente Massimino, a domanda precisa rispose: "Manca amalgama? E noi la compriamo". Purtroppo non è acquistabile e in questi anni è stato il vero anello mancante tra qualunque sogno e una realtà che l'ambiente depresso, a metà stagione, ha mortificato ancora di più. Tutti hanno in testa quello che è successo questa stagione a marzo, ma in questi anni sono accaduti tanti episodi che hanno condizionato l'andamento, con giocatori balzati in cronaca per aver dato il peggio di sé, come Osvaldo in un Juve-Inter, Felipe Melo in diversi momenti della stagione, Brozovic con gli applausi sarcastici a un pubblico irritato che per una volta portarono all'effetto inverso e alla rinascita del centrocampista.
Ogni anno, dopo la cena di Natale, l'Inter ha iniziato a farsi del male e la squadra ha sotterraneamente provveduto a regolare dei conti in sospeso, mentre la società, indebolita dai continui cambi di proprietà e dirigenziali, delegava (quasi) tutto all'allenatore di turno. Le scelte dei giocatori sono state regolate esclusivamente sulla qualità tecnica e mai soppesato l'animo, come se fosse insondabile e inesplicabile. Nainggolan è stato scelto senza tenere conto delle sue scarse motivazioni, Dalbert, pur essendo "un fenomeno in allenamento", in campo si perde mentalmente e anche oggi a sentir parlare di uno scambio tra Icardi, che vorrebbe restare, e Dybala che deve essere pure convinto a venire all'Inter, facendo prevalere la logica della piazza da pulire ma cacciandosi in un altro angolo, con un giocatore che sarebbe privo di motivazioni nel venire in un grande club che si permette anche di snobbare. Senza contare che se la Juventus cede un giocatore per prenderne uno tuo, continuerei a non fidarmi.
L'Inter era a un passo dal passaggio del suo girone in Champions e alla fine le è venuto il "braccino" e l'ha spuntata il Tottenham. Non so se anche l'Inter avrebbe potuto fare quel percorso ma gli Spurs sono andati oltre i loro limiti, in un anno senza campagna acquisti e hanno fatto gruppo. L'Inter non ha una squadra tanto mediocre da meritare tutto il biasimo che l'esasperazione sa esprimere quando ogni tanto la definiva una "squadraccia". Al contrario poteva giocarsela in Coppa Italia o fare di meglio in Europa League, poteva giocare a calcio in Campionato, invece di fare calcoli ed essere pedissequa nello spirito di gioco. E' tutto figlio della mentalità e questa vince spesso, forse sempre su schemi e bravi giocatori sulla carta.