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Caro Agnelli, il ciclo di Allegri alla Juventus è finito a Cardiff

Lo scudetto l'avrebbero vinto anche Delneri, Marchesi o Gigi Maifredi

18 Apr 2019 - 08:43

Anche a freddo la delusione non passa. E non potrebbe esser altrimenti. Una mazzata pazzesca e non solo per l’eliminazione subita. E’ il modo in cui si è concretizzata che più di tutto fa male. Surclassati ed umiliati da una banda di ragazzini terribili che ad inizio stagione erano ai più sconosciuti, con quel senso di impotenza che dall’altra sera continua a non voler andar via. La Juve era ed è nettamente più forte dell’Ajax, non prendiamoci (prendeteci) in giro. Uscire ai quarti di finale contro di loro, senza praticamente nemmeno averci provato sino in fondo è un fallimento vero e proprio. Non cerchiamo alibi dove non ci sono.

La differenza l’ha fatta il gioco di squadra ed è una stata una cosa talmente evidente che nessuno può negarla. Singolarmente non c’è paragone tra le due rose. Ten Hag ha mostrato però nelle 2 partite un’idea di gioco che la Juve di Allegri si sogna. Diciamolo chiaramente, ad allenatori invertiti la qualificazione della Vecchia Signora sarebbe arrivata con largo scarto. La domanda che è giusto quindi porsi dopo la disfatta di martedì sera in Champions (si perché proprio di disfatta si parla) è allora la seguente: è giusto continuare ancora con Allegri anche nella prossima stagione? Sono sincero e schietto. Ringrazio il mister toscano per quanto fatto in questi anni sulla panchina bianconera ma il suo ciclo per me è finito già dalla sera della débâcle di Cardiff. Dopo quella notte, in cui è andata in scena la più grande umiliazione europea di sempre della storia bianconera, la Juventus ha man mano peggiorato il suo gioco nonostante la squadra sia stata costantemente migliorata nell’organico dalla dirigenza. Un paradosso estremo ma che sintetizza al meglio la situazione. Allegri ha continuato a vincere in Italia perché con questa rosa e questo divario a proprio vantaggio nei confronti delle inseguitrici la vera impresa da narrare ai posteri sarebbe quella di riuscire a perdere uno scudetto.

Non pensiamo di sostenere eresia nel dire che quest’anno lo scudetto sulla panchina della Juventus l’avrebbe potuto vincere tranquillamente anche Delneri, Marchesi o Gigi Maifredi. La squadra è talmente più forte delle altre che ormai si è abituata a vincere faticando il minimo indispensabile, semplicemente affidandosi di volta in volta al jolly di turno da pescare molto spesso dalla panchina, perché tanto la Juve B è talmente forte che se la giocherebbe alla pari o quasi con la Juve A per la lotta per il titolo. In Europa questo invece non basta, lo sosteniamo e ripetiamo ormai da anni. In Champions devi imporre il tuo gioco, non passare il tempo a pensare come limitare quello degli avversari. Allegri ha fatto il suo tempo alla Juve e l’involuzione del gioco bianconero degli ultimi anni ne è testimonianza. Da Cardiff in poi qualcosa si è rotto per sempre e il suo rapporto con la Juve si sta ormai trascinando come quelle coppie che restano insieme dopo tanti anni più per routine che per effettiva volontà senza però davvero amarsi più. Se nemmeno Cristiano Ronaldo è riuscito ad invertire questa tendenza e ravvivare un rapporto ormai scontato vuol dire che non c’è acquisto che possa cambiare il corso delle cose.

Caro Agnelli, prima di riconfermare Allegri allora pensaci bene perché tanto in Europa se non proponi un’idea di calcio offensiva (come quella dell’Ajax di Ten Hag), che punti prima di tutto ad imporre il proprio gioco, nel corso della prossima sessione estiva di calciomercato potrai anche comprare Mandrake o Goldrake ma il risultato a fine anno sarà sempre lo stesso: con Allegri in panchina (come nel più classico degli sfottò diffusi in questi giorni) la Champions la vinci l’anno dopo!