Una “schizofrenia” da insulto libero che è figlia dell’epoca social
Ascoltando le parole di Gianluigi Buffon a difesa di Antonio Conte a margine del Festival di Trento “Capisco il tifoso della Juve che possa esserci rimasto male ed è un sentimento giusto, ma deve anche partire dal presupposto che uno come Antonio va stimato a prescindere perché per la Juve ha dato tutto se stesso” mi sono chiesto, nuovamente, se sia giusto ogni volta mettere in discussione quanto fatto dai campioni bianconeri celebrati allo Stadium con una stella omaggio in ricordo delle loro prestazioni esclusivamente da calciatori. No, non lo trovo per nulla giusto.
Premesso che andrebbe sempre separato l’uomo dal giocatore ma come si fa a mettere in discussione quanto fatto da Antonio Conte per la Juventus? Lui, l’uomo del 5 Maggio 2002 per eccellenza (sarebbe bello, forse divertente, se gli facessero una domanda sulle ultime parole del Ronaldo brasiliano ora che rappresenta quell’Inter a cui inneggiava contro nello spogliatoio…), ha sempre onorato la maglia bianconera in campo con sacrificio e sudore. Perché giudicare ora l’uomo, l’allenatore che ha “tradito”, andando a cercare una condanna retroattiva? Come si può cancellare tutto quello che è stato? Si può forse cancellare la storia? No, non si può. Questa “schizofrenia” da insulto libero è figlia dell’epoca social in cui viviamo che in un attimo ti esalta e quello subito dopo invece ti ha già “crocifisso in sala mensa”. Non ho condiviso in passato la scelta della Juventus di togliere la stella a Zibì Boniek (un gesto davvero poco signorile) per ‘punire’ il rancoroso uomo cancellando in un attimo invece l’immenso calciatore “bello di notte” che in coppia con il più grande di tutti, le Roi Michel Platini, ha regalato alla Juventus più forte di tutti i tempi le vittorie più belle.
Si può rinnegare l’arte? Se dovessimo giudicare tutti gli artisti (cantanti, poeti, pittori, musicisti, attori ecc..) per come sono (e per quello che fanno) al di fuori della loro professione, al di la del loro talento, dovremmo probabilmente cancellare tutto. Ovunque, in tutti i settori. Boniek è stato uno degli attaccanti più forti della storia bianconera, così come Antonio Conte uno dei capitani più coraggiosi e indomiti di sempre. Un centrocampista come pochi. E che dire di Roberto Baggio, il più forte calciatore italiano di tutti i tempi? Ho letto on-line da più parti “togliamogli la stella” come commento di alcuni tifosi della Juventus alle sue parole riguardo alle dichiarazioni rilasciate in merito alla sua volontà, nel 1990, di non voler tradire la Fiorentina per la Juve, trasferimento che all’epoca lo fece sentire in colpa per lungo tempo. Il fatto che un calciatore, leale come pochi, non volesse tradire i suoi beniamini è forse lesa maestà? Si possono cancellare i suoi magnifici 5 anni in bianconero così, con un colpo di spugna, solo perché non voleva tradire il suo “primo amore”? Non scherziamo. Boniek, Baggio e Conte fanno parte a pieno titolo della storia della Juventus. Hanno segnato alcune delle più belle imprese di sempre in bianconero. Hanno traghettato (in momenti diversi) la Vecchia Signora dalla Juventus vincente di Trapattoni a quella del primo Lippi. Non si possono cancellare le emozioni, i ricordi. Le stelle che brillano allo Stadium ci aiutano a ricordare imprese meravigliose scolpite nel tempo, nei ricordi. Cancellare quelle stelle vuol dire cancellare la storia.