I bianconero e in Nazionale è sempre lui il punto di riferimento
In Nazionale, in questa Nazionale, nella Nazionale che sogna di poter essere la vera rivelazione dell’Europeo 2020, c’è un unico calciatore di riferimento. E’ Leonardo Bonucci. Nella Juventus, in questa Juventus, nella Juventus che lavora per arrivare ad alzare la Champions League - sfidando con lo sguardo dall’alto verso il basso Napoli e Inter per arrivare anche al nono scudetto consecutivo - c’è un capitano (quasi) per caso. In entrambi i casi Bonucci è un uomo diverso da quello visto, fascia al braccio, nella sua esperienza al Milan. Atteggiarsi, fare proclami e discorsi, mettere in mostra prima la forma della sostanza: tutto questo non c’è più. Ci sono errori da cui imparare e Bonucci è rientrato alla casa madre con una sterzata che ha poi anche incluso una stagione in sordina e silenzio, alla ricerca nuovamente del percorso intrapreso, alla sua prima stagione della sua seconda vita in bianconero. Complimenti Leo, non era per nulla scontato e l’occhio del tifoso inevitabilmente diffidente.
Oggi è come se la trasfigurazione da Chiellini a Bonucci sia totalmente avvenuta. Non è un testimone tecnico quello di cui si parla. E’ l’eredità (momentanea, lo spera anche Mancini che pensa di poter puntare al bersaglio grosso nella prossima estate, lo spera lo stesso Chiellini che vuole tornare al proprio posto per “le partite che contano”, ma lo credono in pochi) di un intero mondo da portarsi sulle spalle. Due Atlanti in uno per quanto riguarda la Juventus che in qualche modo mantiene sotto la propria ala garanti solo parzialmente di campo come Buffon e Barzagli. Due Atlanti adulti - fratello maggiore e minore - proprio quando hai bisogno di sapere che l’uno o l’altro cambierà poco. E’ l’eredità del modello Juve, dello stile Juve, dell’essere Juve nella quotidianità dello spogliatoio e nell’ovvietà delle prestazioni. Quelle di Bonucci non fanno ora più notizia, come a Chiellini accade da diversi anni.
Nel campo delle percezioni inumane ricade invece il concetto di karma. E misurarlo su Bonucci oggi è impossibile. Di certo però Leo fa parte di coloro che certe cose se le vanno a cercare. E spesso le fortune vanno a cercare gli audaci. Parliamo di un calciatore che al rientro a Torino, dopo un anno in prima (drammatica) linea con il Milan, annuncia che ciò per cui lavorerà in futuro sarà realizzare un nuovo sogno, dopo la carriera da calciatore: allenare la Juventus. Vale doppio, perché l’andirivieni e i caos con Allegri e il rapporto deteriorato con i suo i storici tifosi hanno di fatto levato una volta per tutte la patina di ruffiano che circondava il Bonucci pre 2017. Ventiquattro mesi più tardi verrebbe proprio da dire che potrebbe essere, o che anzi certamente sarà, il suo anno. C’è solo da capire, tra Serie A, Champions League e Europeo, come finirà. Alzare certi trofei con la fascia al braccio vuol dire consegnarsi alla storia...