La triste parabola di Mario Mandzukic
“Determinato, decisivo, capace di coprire con abnegazione ogni zona del terreno di gioco, E’ il prototipo dell’attaccante moderno. Dotato di presenza fisica considerevole, sa abbinare giocate e tecnica, che di solito sono caratteristica di giocatori ben più brevilinei. La generosità è una dote rara nei centravanti di razza, ma per lui non è così. Il suo carisma è un qualcosa che si percepisce ogni volta che scende in campo: d’altra parte, stiamo parlando di un campione col palmarès tra i più ricchi d’Europa. E’ un campione che trascina con l’esempio. Un esempio che continuerà a dare per altri due anni.”
Avete chiaramente capito di chi stiamo parlando vero? Vi state però chiedendo a quando risalgono queste parole celebrative nei confronti di uno dei calciatori più importanti e decisivi dell’era Allegri. Pensate che siano forse datate, ingiallite dal tempo, scolorite dagli anni. Niente di tutto ciò. E’ uno stralcio del comunicato apparso sul sito ufficiale della Juventus il 4 Aprile 2019, ovvero poco più di soli 5 mesi fa quando la dirigenza juventina ha deciso di rinnovare il suo contratto in scadenza.
“La carriera bianconera di Mario Mandzukic continuerà fino al 2021. L’ufficializzazione del rinnovo di contratto è arrivata oggi ed è una notizia che i tifosi bianconeri accolgono con calore, perché, semplicemente, il rinnovo di Mario è una bellissima notizia.” Quella che solo poco tempo fa veniva celebrata come una bellissima notizia è diventata rapidamente una condanna. Il caso Mandzukic è l’esaltazione massima del football moderno, del calcio contemporaneo schiavo del dio denaro che va sempre più di corsa, capace di esaltarti e celebrarti per lungo tempo tanto quanto pronto a buttarti via e scaricarti come un peso in un attimo. Non esistono più bandiere né tantomeno la riconoscenza. Va tutto in fretta, terribilmente troppo in fretta. Uno dei calciatori più amati della tifoseria bianconera di questi ultimi anni, celebrato anche con splendide coreografie personalizzate allo stadio, è diventato all’improvviso uno di troppo. Uno di cui liberarsi rapidamente come un rifiuto ingombrante. Costretto a scappare via di nascosto come quasi fosse un ladro. Un giocatore che con Massimiliano Allegri era considerato indispensabile è passato, in poche settimane, ad esser praticamente “inutile” nella nuova Juve di Maurizio Sarri.
Il vero errore diciamolo, che lo sta esponendo ad una “lapidazione” social e un trattamento che davvero non merita, è stato quello di rinnovargli il contratto solo pochi mesi fa. A 33 anni e dopo aver dato praticamente tutto sia alla Juventus che in Nazionale sarebbe stato giusto separare le reciproche strade lo scorso Giugno, salvo poi magari ripensarci per reciproca volontà soprattutto se la guida tecnica fosse stata confermata. Non merita di terminare così la carriera bianconera di Mario Mandzukic, messo ai margini e praticamente costretto ad andar via, fuori dalla lista Champions e da quella dei convocati in Campionato. Non resta che sperare allora che per il suo bene (ma anche della Juventus) accetti di trasferirsi in Qatar. C’eravamo tanto amati SuperMario ma adesso è tempo di separarsi, prima che la situazione degeneri oltre.