Gli episodi analizzati tra ragioni e pregiudizi. Intanto Sarri...
Sono in diretta tv, come spesso mi accade il lunedì sera. E' il momento chiave del calcio italiano, è il momento più sentito da oltre mezzo secolo, da quando esiste questo strumento nel senso più nazionalpopolare del termine. Sarà un lunedì che più di rigore non si può, lo sappiamo tutti. La giornata è già per grossa parte trascorsa, quindi lo sappiamo tutti e lo sappiamo bene. Sappiamo anche che nel cuore della trasmissione ci va ciò che ha fatto più rumore, ovvero Commisso, ovvero i rigori per la Juve. Lo sappiamo tutti, lo sappiamo bene e dunque lo so anch'io prima di iniziare. E visto che nessuno, a partire dal direttore (che la trasmissione la condurrà), mi ha mai detto cosa devo o non devo dire, so molto bene che sarà una serata come tante altre, nella quale tifare per il mio intelletto (cosa imposta dalla professione) sarà ancor meglio che tifare per la Juventus. Non mi dovrò impegnare granché:
Primo caso, prima domanda: "Ci sarebbero gli estremi, a tuo giudizio, per fischiare rigore contro l'Inter in occasione del contatto tra Skriniar e Okaka?". Inizio la risposta così: "Rigore netto, credo però che il pallone non vicino alla zona dell'ingaggio...". Vengo interrotto e sommerso. Ma da coloro che dicono: "Rigore netto...". Quindi procediamo.
Secondo intervento a proposito del contatto in area nerazzurra, ma questa volta di Brozovic. "Direi di no, perché il contatto di concretizza con uno spalla a spalla ed entrambi provano a duellare sbracciando reciprocamente sul corpo".
Terzo episodio, braccio teso di Igor su Ronaldo a centro area ma a palla lontana: "Netto. Credo che però quando il pallone non è vicino alla zona dell'ingaggio l'arbitro dovrebbe essere meglio assistito dalla sua squadra. Quelli in salotto e quelli, appunto, che si chiamano assistenti". Che era poi il concetto che cercavo di spiegare su Skriniar-Okaka.
Quarta, primo rigore per la Juventus: penso tra me e me, io questa l'ho sempre gergalmente chiamata "parata". Non ci sarà bisogno che la esprima. Non ce n'è bisogno. A parte un solo opinionista, che la vede diversamente, lo studio sintetizza così: rigore legittimo.
Quinta (in ordine cronologico, seguendo i fatti della partita): Ghezzal con i tacchetti violentemente sulla caviglia di Cuadrado. Ascolto. "Arancione scuro, ma a velocità naturale è rosso". A breve è espulsione per tutti. Ma andiamo avanti. "Prendiamoci un break" dice qualcuno. "E adesso chi lo dice a Commisso?" penso io.
Poi si arriva al presunto dunque: Ceccherini si oppone a due mani (una sul collo, una sul corpo) alla percussione di Bentancur appena dentro l'area di rigore in posizione centrale (ultimo difendente prima di arrivare al cospetto di Dragowski). Due mani, non si arriva allo spalla a spalla, il direttore prova a rianimare un dibattito che non si accende. Non qui. Non adesso. E al contatto sopra citato di Brozovic, dico io, "non assomiglia per niente".
"Giustizia è fatta", è quel che ne viene letteralmente fuori. A parte che nel mentre si scopre che il presidente federale Gravina, a proposito di giustizia, afferma ai nostri microfoni che non ci saranno provvedimenti (quindi niente deferimento) nei confronti di chi ha sparato contro la Juve e gli arbitri. Premettendo di aver preso un té in compagnia di Commisso nel corso della mattinata.
E allora passiamo al calcio, perché intanto qui i giorni passano: i numeri espressi dalla partita contro la Fiorentina sono tornati ai livelli a cui punta Maurizio Sarri. Serve "soltanto" produrli con la palla (e i movimenti senza palla) che si muova giusto il 20% più velocemente di così. E anche gli juventini ancora nel guado per entusiasmo e fiducia nel nuovo corso tecnico vedrebbero Lione e Inter svestendoli dei colori di Liverpool e Barcellona.