Il problema dell’elevata media età, la più alta della serie A, viene evidenziato in negativo dalla Juventus ogni qualvolta incontra una squadra giovane, fisica e che fa del dinamismo il punto di forza nella zona nevralgica del campo
Nell’ultimo periodo la Juventus deve aver preso troppo alla lettera il soprannome che da sempre l’accompagna. La “Vecchia Signora” sta decisamente andando sempre più in là con gli anni e non è certo un bel segnale questo. Anzi. Essere la squadra con la media età più alta della Serie A è un pessimo biglietto da visita. Non può bastare solamente l’esperienza a giustificare questo fattore, questa statistica indiscutibile. E’ evidente che dopo tutte le vittorie ottenute in questi anni si fa grande fatica a separarsi definitivamente da coloro che hanno “portato la croce”, onorando sempre la maglia bianconera lungo il percorso di questo ciclo meraviglioso.
Il (clamoroso) ritorno di Bonucci due estati fa, i (folli) rinnovi di Mandzukic e Khedira dello scorso anno, il ritorno (incredibile) di Buffon la scorsa estate, il rientro (forzato) di Higuain, il (folle) rinnovo in corso di Matuidi di cui si parla in questi giorni conferma proprio questa tesi. La dirigenza, forse per riconoscenza forse per mancanza di fondi, non riesce a tagliare più il cordone ombelicale con i propri giocatori. Forse ci troviamo ad un bivio assai simile a quello capitato alla Juve di Lippi nel 2004, quando l’allora allenatore bianconero dichiarò di non esser in grado di mandare via tutti quei giocatori che negli anni precedenti avevano sputato sangue e sudore per lui.
All’epoca la cura contro la “Nostalgia Canaglia” (in periodo di Sanremo la citazione ci sta tutta) si chiamò Fabio Capello, un sergente di ferro che arrivò a Torino pensionando tutti quei giocatori che non riteneva più utili (Tacchinardi, Ferrara, Montero, Pessotto, Del Piero part-time e molti altri) senza guardare in faccia a nessuno, senza farsi commuovere dalle loro bellissime storie in bianconero. Sarri, la scorsa estate, non ha avuto il polso né il carisma per chiedere un’epurazione di questo tipo, anche se in parte avrebbe dovuto.
Le gigantesche difficoltà incontrate a fare mercato da Paratici e Nedved (orfani di Marotta) hanno fatto il resto, con i risultati sotto gli occhi di tutti oggi. La Juve è una squadra vecchia, che quando incontra squadre giovani e dinamiche come Verona, Atalanta o Lazio va in grande difficoltà, subendo la differenza di tempi e ritmo soprattutto nella zona nevralgica del campo. Se pensiamo che in Champions League quasi tutte le squadre, soprattutto nella seconda parte della stagione, viaggiano a mille all'ora c’è da mettersi davvero le mani nei capelli e preoccuparsi. Da qui a fine anno Sarri deve inventarsi necessariamente qualcosa, poi servirà una rivoluzione. Con tutto il rispetto per Amrabat & soci, non si può subire il centrocampo del Verona di Juric in quel modo!