In due mesi l'argentino si è ripreso la sua Juve
C’è una ‘sliding doors’ nella vita di ciascuno di noi. Un momento in cui il potere del destino cambia il nostro futuro modificandolo in maniera netta rispetto a quello che sarebbe potuto essere altrimenti, anche per un semplice treno perso, volutamente o meno. Chi di noi almeno una volta non si è chiesto “Come sarebbe andata a finire se…?”, una domanda che nasce di fronte all’imprevedibilità della vita, alle sue coincidenze, al destino che si cela dietro le porte che si aprono o chiudono davanti a noi. Quel momento per Paulo Dybala è stato l’8 Agosto 2019, il giorno in cui si sono chiuse le porte del calciomercato in Premier League.
Sino ad allora, sino a quella data, la “Joya” sembrava non rientrare più nei piani della Juventus, che ne aveva addirittura prolungato la data del rientro a Torino. Il suo nome era stato messo in cima alla lista dei sacrificabili per motivi esclusivamente di bilancio. La tentazione di trasformare il suo grande talento in una plusvalenza per esigenze finanziarie aveva addirittura convinto la dirigenza della Vecchia Signora ad impostare uno scambio tecnico (brividi…) con Romelu Lukaku, in uscita dal Manchester United. Per fare un dispetto di mercato all’Inter, forse, ma soprattutto per iscrivere a bilancio una voce positiva, certamente. Tramontata l’ipotesi di uno scambio per le pretese del 10 argentino, ritenute troppo esose dai Red Devils, aveva provato a sedurlo anche il Tottenham con un estremo tentativo che, recapitando un’importante offerta cash alla proprietà della Juventus, se avesse trovato anche il favore del calciatore juventino, probabilmente sarebbe andato in porto in zona Cesarini. Dybala, non è mai stato così vicino a lasciare Torino come questa estate. Le difficoltà della dirigenza juventina a vendere (in primis Higuain) l’aveva fatto finire in cima alla lista dei sacrificabili senza che Sarri avesse potuto fare nulla per opporsi alla sua cessione. Non a caso, infatti, il mister bianconero ha centellinato al massimo il suo utilizzo nella primissima fase della stagione, perché sino all’ultimo non era sicuro di poter usufruire delle sue prestazioni (ricordate anche il suo possibile inserimento a fine mercato nell’affare Neymar?). Paulo Dybala pur ammettendo in questi giorni, dopo la grande prestazione di San Siro, le difficoltà passate in quegli istanti " in estate è stato brutto tutto ciò che è successo, tutti sapevano quello che volevo . Sono contento di essere qui, sono state dette cose non vere durante il mercato ma sono rimasto qua, dove volevo e ho giocato una delle partite più belle” non si è mai abbattuto, mai una parola fuori posto. Testa bassa e lavorare. Un comportamento da vero professionista. Ha lasciato parlare il campo Paulo e, nonostante le tante panchine consecutive dell’inizio, ha continuato ad allenarsi con veemenza e costanza, riprendendosi piano piano, partita dopo partita, la Juventus. La sua “sliding doors” oggi lo vede nuovamente protagonista con i colori della Vecchia Signora ma chissà che presente e futuro sarebbero stati per lui se lo scorso agosto avesse davvero deciso di salire sulla “Metropolitana” Premier League…