Riparte la Champions League e Sarri si gioca tantissimo, della sua reputazione e del suo futuro in bianconero, nel doppio confronto contro il Lione di Garcia
Parlare di calcio in questo momento di allarme sociale è davvero difficile. Con la psicosi che è dilagata in Italia negli ultimi giorni per il diffondersi del coronavirus, soprattutto al nord, non è per nulla facile fare finta di nulla e concentrarsi su uno sport. Senza mancare di rispetto a nessuno in questa fase proviamo però per un attimo a distrarci parlando solo di calcio giocato. Di quel poco calcio giocato nel corso dell’ultima giornata di campionato di Serie A che ha visto la maggior parte delle partite della domenica rinviate per i motivi sopra esposti. La Lazio non molla la presa e la vittoria di Genova conferma che quest’anno la corsa scudetto sarà una volata a tre appassionante. L’Inter invece è stata temporaneamente fermata dai fatti extracalcistici evidenziati in apertura, con la gara contro la Sampdoria da recuperare non si sa bene quando in futuro. Una variabile, questa, davvero inattesa. La Juventus, tornata a vincere in trasferta contro il fanalino di coda del campionato, la Spal, ha dato importanti segnali di risveglio.
Ci eravamo però sicuramente immaginati un avvicinamento differente, in tutto, della Vecchia Signora alla fase clou della stagione. Ci ritroviamo invece a preparare il ritorno in Champions League contro il Lione con importanti perplessità derivanti dall’ultimo periodo discontinuo della squadra bianconera. Il necessario ritorno di Cuadrado in attacco, dove sta avendo un rendimento nettamente superiore, pone Sarri dinanzi ad alcune importanti scelte di formazione in vista degli ottavi di Champions.
Siamo ormai entrati nella fase dove non si può più sbagliare, dove gli errori pesano almeno il doppio e dove fare male equivale a finire a casa, ad esser eliminati. La seconda parte della Champions League è un campionato a sé. Tutto quanto fatto di buono nella prima fase viene resettato. Non esistono più favoriti. Da questo momento in poi conta solo avere i nervi saldi e i muscoli ben solidi.
Il ritmo forsennato dei primi 4 ottavi di finale disputati la settimana scorsa (dove hanno vinto tutte le squadre “sfavorite” sulla carta…) serve per definire al meglio i contorni di cosa diventa la Champions League quando passa dalla “dormiente” fase a gironi a quella “adrenalinica" della doppia sfida ad eliminazione diretta. Non nascondiamoci, la Juventus è nettamente favorita nei confronti del Lione (falcidiato anche da importanti infortuni) ma sottovalutare anche solo minimamente l’avversario potrebbe essere un errore imperdonabile.
Ci sarà tutto il tempo poi per pensare all’Inter e tornare a concentrarsi sul campionato italiano (e sulle modalità in cui ne verrà garantita la regolarità e la continuità nelle prossime settimane…). Ora per Sarri è arrivato il momento di dare una svolta importante, decisiva, nella sua storia d’amore con la Juventus. Se si trova seduto in panchina a guidare i bianconeri è perché gli si chiede per la Champions quella ricerca di gioco, di mentalità europea di provare sempre a vincere e imporre il proprio marchio, che con Allegri era invece andata smarrita.
È arrivato per Sarri il momento di dimostrare di meritare la panchina bianconera sino in fondo. Da adesso in poi, non si può più sbagliare!