Considerazioni post-Bayer a cinque giorni dall'Inter
Scandagliando le reazioni e i pareri di colleghi, amici, conoscenti e compagni di merende ho constatato una discrasia: la Juventus che supera di slancio la Spal ha fatto più sensazione (soprattutto per il tambureggiante secondo tempo) a chi ha seguito la gara in televisione rispetto a chi l'ha vissuta allo Stadium; al contrario, la Juventus che fa il gatto con il topo contro il Bayer Leverkusen nella seconda tappa del girone di Champions League ha esaltato maggiormente gli spettatori paganti. E' un'osservazione apparentemente sciocca, certamente relativa, forse anche con qualcosa di soggettivo. E sulla quale lascio al lettore ogni considerazione.
Osserverei però che la parte bella dei due match, una di fronte all'altra, probabilmente sono complementari. Contro la Spal abbiamo già immagazzinato e digerito tutto: il possesso, la precisione del possesso, le giocate nello stretto, la facilità nel trovare la conclusione, il baricentro, il pallone che andava sempre più veloce con lo scorrere dei minuti soprattutto sul corto. Tutti fattori che fanno un certo effetto. Ma Sarri - eccolo Sarri, bravo Sarri, il normalizzato Sarri, l'intelligente Sarri, l'aziendalista Sarri, l'allegrista Sarri, lo scienziato Sarri, il calciofilo Sarri, il guarito Sarri, il comandante Sarri - ci aveva detto per esempio che la Juve di Brescia era comunque stata meglio. Perché giustamente lui osserva cose che fanno parte del suo mestiere, e noi invece del nostro. E qui andiamo alla partita vinta contro il Bayer Leverkusen - partita che era NECESSARIO vincere, particolare non da poco, perché a Madrid erano rimasti sinceri applausi e un solo punto - che nella testa del tecnico proponeva un tema nuovo (la capacità del palleggio avversario, del tagliarti fuori sul pressing che tra l'altro è marchio di fabbrica del nuovo calcio tedesco e quindi rodato e controrodato in Bundesliga) che si univa a un tema di quella trasferta a Brescia (testare il rombo con interpreti nuovi e quindi prendere con particolare attenzione il piano-partita).
Una Juve che vince benissimo, che convince ancora una volta in crescendo che è segno di condizione e di vitalità e di convinzione nel lavoro in essere: non una Juve da strapparsi i vestiti, tantomeno per una volta Ronaldo, una Juve però che per Sarri credo possa ritenersi la migliore dell'anno per la proporzione dei dati e degli eventi tra fase offensiva e fase difensiva. Una Juve-squadra. Ecco perché. Senza bisogno di chiedere a Khedira e Matuidi di provare a giocare a tutta, senza chiedere per forza giocate al limite del terrestre (che sono una gran goduria, ma per il momento non possono essere l'unico salvagente) tra CR7 e il suo partner offensivo (anzi, lui e Higuain hanno giocato anche stranamente piuttosto lontani, dividendosi la destra e la sinistra del campo sia in fase di pressing che nel ripartire). Senza il massimo sforzo, insomma. E visto che domenica sera, ore 20.45, al Meazza di Milano... bla, bla, bla...