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Juve: Cuadrado giocatore rivelazione

Il colombiano approfitta del momento e delle indisponibilità, fa tre ruoli in uno et voilà

21 Ott 2019 - 08:39

Quante cose venivano immaginate - o date per scontate - quando si è incominciato a proiettare la figura di Maurizio Sarri sulla panchina della Juventus. Molte tra queste non si sono (ancora) realizzate, altre non si verificheranno mai. Nel complesso, sui singoli, si può dire già a partire dai portieri che la compresenza Szczesny-Buffon (con il portiere più forte e ingombrante della storia) sia a un livello superiore di maturità e che il tecnico stia magistralmente muovendosi con Gigi fino a ottenere la paratissima sulla sirena contro il Bologna. Non che ci sorprenda, ma anche Buffon abbia la sua vetrina esalta il tifoso. Rivelazione no di sicuro, ma soddisfazione sì. Per chi l’ha voluto e per chi ci ha creduto.

Tra le rivelazioni, invece, si è parlato e perfino abusato - come se fossero a un passo dall’essere ex calciatori - di Khedira e Matuidi. Per non parlare di Gonzalo Higuain, lanciatissimo su tutte le prime pagine e nei cuori dei sostenitori della Vecchia Signora che mai lo avevano disconosciuto. Tre reti fin qui, ma l’orgoglio per questo Pipita sta nelle prestazioni, che proprio nell’abbinamento con la guida tecnica di Sarri è comunque qualcosa di nuovo. Poi c’è Pjanic in grande fiducia, come dice lui stesso, oppure Bonucci che ha sbagliato un pallone dei suoi (ormai accettabile nell’arco dei novanta) dopo sei partite perfette e dunque una semiperfetta da tutor di un De Ligt che ora scopriamo essere ipercritico con se stesso. Ben venga. Va tutto bene. Va come un treno Alex sulla sinistra, con Sandro come vice. Va già fortissimo Ronaldo. Dybala è sulla strada giusta, e via dicendo.

Lasciate però che questo ultimo paragrafo lo dedichi al vero giocatore rivelazione della Juventus 19/20: Juan Cuadrado. A partire dal solito status in organico, sempre nelle teorie oggettive dell’estate: terza scelta nel tridente a destra dopo Douglas Costa e Bernardeschi, terza scelta da terzino destro dove i dubbi del caso erano già a monte, ultimo anno di contratto, istintivo e a volte inconcludente quindi antitesi delle meccaniche sarriane. Personalmente, l’ho sempre creduto possibile difensore esterno, ma nel calcio di Allegri che prevede protezioni, scalate e attenzioni difensive particolari già a partire da chi ti sta davanti. Con Sarri il rischio, potenzialmente, diventava esponenziale. E invece il colombiano cos’ha fatto? Esattamente ciò che deve fare un grande calciatore che non ha mai avuto la maglia da titolarissimo nella Juve, ma che eppure si sente tale: si prende la maglia gettato dentro nella partita più tosta nel suo ruolo naturale, approfitta del momento e delle indisponibilità, fa tre ruoli in uno, cambia il modo di stare in campo a dimostrazione che tanto ottuso non è, mette in pratica il bagaglio di tot anni giocati ormai ad altissimo livello et voilà. Fin che dura, ma se dura...

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