I bianconeri vincono ancora, mantenendo la propria porta nuovamente inviolata, grazie ai suoi attaccanti ma il centrocampo continua a non convincere sino in fondo
di Stefano Discreti
La Juventus cala il poker a Torino contro il Lecce di Liverani e nel frattempo tenta la fuga in vetta allungando temporaneamente a +7 sulla Lazio (con ovviamente una gara in meno da recuperare per i biancocelesti). Il largo risultato non deve però trarre in inganno perché nasconde le evidenti sofferenze bianconere almeno dei primi 50’ di gioco. Nonostante l’inferiorità numerica della squadra pugliese a partire dal 31’ (espulso capitan Lucioni per fallo da ultimo uomo) la squadra di Sarri ha sbloccato la gara solamente nel corso del secondo tempo ed ancora una volta grazie ad una prodezza singola, estemporanea, di Paulo Dybala.
Se la Vecchia Signora ha ormai definitivamente aggiustato la fase difensiva (nel post lockdown zero gol subiti) grazie anche ad un De Ligt sempre più padrone del reparto (e ancora una volta in gol) è ancora il centrocampo a non convincere sino in fondo. Pjanic sembra ormai avere la testa altrove, è evidentemente arrivato a fine ciclo a Torino. Matuidi (nell’occasione, per l’emergenza terzini, retrocesso in difesa) cerca sempre di compensare le evidenti lacune tecniche con l’agonismo, alternando però i risultati. Rabiot, nonostante le buone parole di Paratici nel pre-partita, continua ad essere un corpo estraneo nel gioco di Sarri anche se stavolta qualche cosa (a partire dal tiro con cui impegna Gabriel nel corso del primo tempo) l’ha messo in mostra; la Juve dilaga però subito dopo la sua uscita dal campo e non può esser questo solo un caso. Il solo Bentancur, in questo momento, continua a garantire un rendimento positivo costante. Troppo poco per una squadra come la Juve che ambisce a tornare in vetta sul tetto d’Europa; probabilmente per vincere il nono campionato italiano consecutivo tutto questo basterà, ma per il futuro l’obbligo di migliorare un reparto nettamente inferiore rispetto agli altri c’è, è evidente, inutile girarci intorno.
E’ notizia di questi giorni che l’inseguimento bianconero ad Arthur Melo del Barcellona ha prodotto i risultati sperati da parte della dirigenza bianconera. Se qualcuno si aspetta però che il calciatore brasiliano possa cambiare il centrocampo juventino si sbaglia di grosso. Il centrocampista dei ‘blaugrana’ è sicuramente un buon giocatore, dotato di una distinta tecnica ed un ottimo possesso palla, ma non è un top player su cui porre le basi per ricostruire il reparto di centrocampo del futuro. Fosse un fenomeno, il Barcellona se lo terrebbe ben stretto. Il suo acquisto in chiave bianconera si può quindi leggere prevalentemente per due necessità: quella di ringiovanire una rosa vecchia, obsoleta e quella di raddrizzare un bilancio (attraverso una corposa plusvalenza) altrimenti in grande difficoltà e non solo per gli effetti devastanti del Covid-19. Senza uno scambio supervalutato come quello con Pjanic, con sovrastima reciproca dei cartellini, dubitiamo fortemente che la Juventus sarebbe andata a trattare Arthur Melo sulla base di una valutazione di circa 70 milioni di euro (ingaggio escluso).
E’ il solito discorso, leitmotiv del mercato bianconero degli ultimi anni, dove al fattore tecnico si continua a privilegiare quello finanziario (parametri zero alternati alla ricerca ossessiva di plusvalenze). Se comunque il centrocampo ancora non convince e pone l’attenzione sui rinforzi che arriveranno in futuro, nell’immediato l’attacco (al pari della difesa) conferma invece di esser tornato ai livelli sperati anche grazie alla bontà e alla classe dei suoi interpreti. La super coppia Dybala – Ronaldo non perdona nemmeno in questa circostanza e stavolta ai loro goal (diventati ormai un classivo) si va ad aggiungere anche il ritorno nel tabellino dei marcatori del “Pipita” Higuain, finalmente recuperato.
Con difesa e attacco calibrati al meglio, nonostante un gioco non sfavillante, a Sarri adesso manca il solo centrocampo da regolare, ma non sarà per nulla facile. Se ci riuscirà da subito (magari attraverso una mossa tattica a sorpresa), la Juventus potrà puntare a tutto anche già dall’immediato altrimenti, ovviamente, bisognerà rimandare il discorso Europa all’anno prossimo. Non sarà certo però il nome di Arthur Melo a cambiare le carte in tavola e far sognare i tifosi bianconeri…