5 Maggio 2002: “Né Juve né Roma: Inter campione!”
Sono passati esattamente 17 anni da quello storico, indimenticabile (per i tifosi bianconeri e non solo) 5 Maggio e da quello striscione (passato poi alla storia del calcio italiano) che campeggiava in Curva Nord all'Olimpico (nel feudo dei tifosi laziali) prima dell’inizio della sfida tra Lazio e Inter e sapientemente riportato nella testimonianza in apertura della radiocronaca di Tutto il calcio minuto per minuto da Riccardo Cucchi. Uno scudetto epico, uno dei più belli di sempre vinti dalla Juventus, quando ancora il campionato italiano era competitivo, livellato ed in bilico sino alla fine.
Quel giorno lo scudetto lo avrebbero potuto vincere addirittura in 3:
1. L’Inter di Cuper che praticamente si suicidò (sportivamente parlando) e di cui resteranno per sempre impresse nella memoria degli sportivi le lacrime di Ronaldo (Luiz Nazario de Lima e non CR7) e la crisi isterica di Materazzi che, tra un cercare di farsi giustizia da solo contro Poborsky o il rivoltarsi a modo suo contro gli altri, implorava (quasi in ginocchio) nel frattempo i giocatori della Lazio perché due anni prima gli aveva “fatto vincere uno scudetto” nella piscina di Perugia (ma quella è un’altra storia…).
2. La Roma di Capello, che pagò inesorabilmente l’avvio ad handicap di inizio stagione perché la città era ancora troppo intenta a festeggiare lo scudetto vinto a giugno (18 anni dopo il trionfo della banda di Liedholm) per ricalarsi subito nel campionato italiano come una Juventus qualunque... A Roma non di rado è facile ascoltare qualche tifoso romanista che rinfaccia a Capello di non esser riuscito a vincere due titoli di fila. Questa cosa mi ha sempre fatto sorridere tanto, soprattutto se rapportata alla media scudetti della Roma nella sua storia, 3 in quasi 100 anni di storia, ovvero circa uno ogni 30 anni…. In pratica a Don Fabio si rinfaccia di non esser riuscito a vincere in 2 anni quanto vinto dalla Roma nel resto della sua vita sportiva. E c’è ancora chi come Allegri si arrabbia perché non gli vengono riconosciuti grandi meriti per i 5 scudetti consecutivi vinti alla Juve?
3. La Juventus del Lippi-Bis, liberatasi nel frattempo da Ancelotti (che dopo si sarebbe preso la sua tremenda vendetta…) e soprattutto da Van der Sar (che aveva fatto perdere ai bianconeri i 2 scudetti precedenti a vantaggio delle romane), rimpiazzato dall’immenso Buffon che poi avrebbe fatto la storia della Juventus e dell’Italia.
Ecco, se ripensiamo all’Inter di Ronaldo e Vieri, alla Roma di Batistuta e Totti, alla Juventus di Nedved, Del Piero e Buffon e ci chiediamo oggi perché il calcio italiano non sia più competitivo a livello internazionale la risposta è scontata. Sotto gli occhi di tutti.
È finita quella “generazione di fenomeni”, quel periodo in cui il nostro calcio era il top in assoluto.
Mai la Juventus sarebbe riuscita a vincere 8 scudetti di fila nel periodo delle 7 sorelle; oggi purtroppo (o per fortuna, dipende dai punti di vista) invece è rimasta sola, unica squadra italiana davvero competitiva anche a livello europeo. Di una cosa siamo certi, con un campionato nazionale più forte e di qualità superiore (stile Premier League), la Vecchia Signora in questi anni avrebbe dovuto necessariamente ricercare soluzioni di gioco superiori per prevalere sugli avversari e di questa ricerca ne avrebbe tratto benefici poi anche in Champions League.
Invece questa mediocrità assoluta del torneo, con uno scudetto vinto in pratica con 2-3 mesi di anticipo, ha fatto sedere la Juventus, convincendola che si può vincere anche facendo il minimo indispensabile (cosa vera, verissima, per il torneo nazionale) ma abitudine che poi ha creato grande disagio in Champions, dove la squadra di Allegri non è stata più capace di accendere a comando l’interruttore del gioco, pagandone quindi le conseguenze.
La speranza per il futuro, della Juventus e non solo, è quindi quella di riavere nuovi 5 Maggio 2002, per tornare ad avere un campionato italiano appassionante, competitivo e che ci tenga incollati alla sedia fino all’ultima giornata. #finoallafine e non #finoalconfine