La piacevole novità: Pioli gira giocatori e risorse ma mantiene livelli d'intensità inattesi
di Christian Pradelli
Novanta minuti per ridefinire i canoni della propria stagione, ma anche di un campionato intero: il Milan, di fatto, consegna mezzo scudetto a quella Juve che incontrerà proprio dopodomani (senza Dybala e De Ligt) battendo la Lazio e riscrivendo in parte la propria stagione. Non solo finisce il tabù contro le grandi, non solo si completa un impensabile double romano in sette giorni (in mezzo il blackout di Ferrara), ma Pioli riesce a girare uomini e risorse mantenendo un livello d’intensità inedito, inatteso, impronosticabile. Gamba, ritmo, spazi stretti, linee ordinate: nell’improvvisato (ma non troppo) calcio d’estate post Covid, gli uomini di Pioli si trovano a meraviglia e riscoprono protagonisti già all’addio prima del lockdown.
È il caso di Kjaer, battezzato mesi fa come elemento all’ultima spiaggia ed ora in grado non solo di dare smalto al reparto difensivo ma - con la sua esperienza inconfutabile - di riaccendere le ceneri un po’ bagnate di Romagnoli. Bennacer, faro dell’impostazione, ha acquisito quella dose di maturità che relega al suo Paleolitico calcistico la gara di San Siro con la Fiorentina dello scorso settembre. Indubbiamente il suo momento più basso in rossonero. Ma chi, oggi, ha acquisito un valore davvero sorprendente nello scacchiere rossonero è Hakan Calhanoglu. Via Suso, dentro Ibra e Rebic, sta riscrivendo la sua storia da Godot rossonero. Al punto da rendere preoccupante per l’equilibrio della squadra la contusione al polpaccio sinistro rimediata ieri sera.
Eppure, mai come ieri all’Olimpico, cambiano gli uomini e non cambia il risultato. Bene Paquetá al posto del turco, bene Rebic al posto di Ibrahimovic (entrambi in gol, una rarità da queste parti). Bene i chilometri macinati da Theo Hernandez e Saelemaekers, che bagna in crescendo (ancora una volta) il fresco rinnovo contrattuale. Ora lo scontro diretto fra Napoli e Roma di stasera dirà quanto il Milan possa cominciare a pensare seriamente all’Europa League. Anche perché, come detto, dopodomani è già tempo di Milan-Juve e domenica prossima il San Paolo si tingerà di romanticismo con Gattuso di fronte al suo passato più (e meno) recente. C’è tanta carne al fuoco, insomma. Ma questo Milan è il migliore che chiunque potesse pensare di vedere oggi.