Mister Pioli sa bene che la sua è una missione complicata, ma per allontanare la negatività vuol ripartire da grandi sorrisi, un clima sereno nel gruppo, intensità in campo e risultati.
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E anche l'ennesima pausa nazionali sta lentamente (molto lentamente) scivolando via. Se non altro l'Italia ha vinto e convinto, ma per il resto il solito vuoto mediatico che ha consentito un noioso chiacchiericcio da assenza di rettangolo verde. Tra serie D, cessi e chi più ne ha più ne metta si torna finalmente alle paranoie da modulo e alle discussioni sulle scelte di formazione. Alleluja, consentitemelo. Nel mentre mister Pioli inizia a prendere dimestichezza con l'ambiente, con Milanello, con tutto il mondo Milan nelle varie aree dalla comunicazione a chi lavora al centro sportivo. Non è mai facile entrare in corsa, ma Pioli è un habituè e sa come si fa; da subito con i pochi non impegnati con le rispettive nazionali ha iniziato a lavorare sue due aspetti fondamentali: intensità e mentalità (testa).
Già stilato un programma di lavoro per spingere sul lato fisico, con il nuovo preparatore atletico Roberto Peressutti, che tra l'altro - piccola curiosità - ha collaborato per tanti con Marco Giampaolo. Poca tattica per ora, viste anche le assenze per gli impegni nazionali, ma già da ieri il mister ha indottrinato i ragazzi con le sue idee. Con il ritorno di Piatek, Paquetà, Rafael Leao, Hakan Calhanoglu, Matteo Gabbia, Kessie e altri, la testa si spinge in automatico verso l'esordio di Pioli contro il Lecce.
Da quello che filtra difficilmente si vedranno grandi cambiamenti, dovrebbe essere un Milan impostato sul 4-3-3, con Conti e Hernandez sulle fasce, ancora dubbi sul centrocampo dove potrebbe trovare spazio da subito Lucas Paquetà e qualche rebus davanti. Il compito di Pioli per la fase offensiva, come già detto su queste pagine, è duplice: ritrovare Piatek e far spiccare definitivamente il volo a Rafael Leao.
La società ha grande fiducia nel polacco, acquistato in un unica soluzione da 35 milioni a gennaio e vale lo stesso per mister Pioli. Deve ritrovare il piacere del campo e farlo serenamente, sarà la punta di riferimento per Pioli, senza costringerlo maniacali dettami tattici, libero di finalizzare a suo modo le giocate dei compagni e con un comandamento: fare gol. Il problema con Giampaolo non è stato solo a livello tattico (che comunque c'è stato), ma probabilmente anche a livello empatico qualcosa non è scattato e questo vale per molti degli effettivi della rosa che - lo ripetiamo - avevano perso il sorriso, complici i risultati.
Chi il sorriso ce l'ha sempre stampato in volto ed è pronto alla consacrazione è il portoghese Rafael Leao, Pioli punterà di lui e sta già prendendo le misure per cucirgli addosso un ruolo ad hoc. L'idea è quello di un esterno che con la sua velocità e abilità possa colpire le difese avversarie e soprattutto puntare e saltare l'uomo per creare superiorità, per diventare in fase offensiva quasi una seconda punta, perchè il mister sa bene che negli ultimi 20 metri il buon Rafael può diventare devastante.
Ultime chicche: potremmo vedere maggiormente Rebic, il mister una volta trovata stabilità pensa ad un centrocampo con due mezzali di qualità (Calha e Paquetà) e soprattutto voglia - tanta voglia - di partire subito forte con il Lecce. Per questo appena la squadra sarà al gran completo, Pioli parlerà chiaro con tutti, occhi negli occhi, sapendo - da uomo intelligente - che è la testa il vero motore da accendere. Se i ragazzi lo seguiranno, arriveranno anche i risultati.
Buona fortuna e buon lavoro mister.