Al Bentegodi col Verona potrebbero fare capolino i due volti nuovi
Superata la puntuale e puntualmente “odiata” sosta delle Nazionali, anche il Milan è pronto a rituffarsi col pensiero al campionato e alla già delicata trasferta di Verona. In queste due settimane di sosta, Marco Giampaolo sta lavorando a ranghi ridotti (addirittura sedici i convocati rossoneri in giro per il mondo) per preparare un match storicamente complicato. Da ecatombe, in alcuni casi. E non rivangheremo quali. Intanto in quel del Bentegodi potrebbero far capolino alcuni volti nuovi, che i tifosi del Milan non vedono l’ora di ammirare all’opera in gare ufficiali. Ci riferiamo soprattutto ad Ante Rebic e Theo Hernandez.
Il croato è stato probabilmente il colpo che ha infiammato di più l’ambiente rossonero, essendo arrivato al penultimo giorno di mercato, quando ormai la ricerca di un rinforzo offensivo sembrava destinata a fallire dopo l’interruzione della trattativa per Correa. Già punto fermo della Nazionale vicecampione del mondo, l’ex Fiorentina è il profilo ideale per la rosa di Giampaolo. E non solo dal punto di vista tattico - visto che, pur preferendo agire da esterno nel 4-3-3, può svariare su tutto il fronte offensivo, dando così varie soluzioni al tecnico -, ma anche da quello caratteriale, dato che può portare personalità e carisma in uno spogliatoio dall’età media molto bassa.
Di Theo Hernandez, invece, i supporter del Diavolo hanno avuto solo un assaggio a causa dell’infortunio alla caviglia patito nella prima gara di International Champions Cup contro il Bayern Monaco. Le sue sgroppate nel primo tempo di Kansas City, tuttavia, hanno già fatto breccia rievocando ai tifosi quelle del grande Serginho, nutrendo la speranza di poter tornare ad avere un top player nel ruolo di terzino sinistro. Il problema fisico è ormai definitivamente alle spalle e da domani (giorno di ripresa degli allenamenti) il francese comincerà a lavorare in gruppo, candidandosi ad una maglia da titolare contro gli scaligeri di Juric. Corsa, tecnica, personalità ed un pizzico di sfrontatezza: il nuovo asse mancino franco-serbo di Giampaolo è pronto ad irrompere con prepotenza per scrivere una storia nuova. Intrigante e possibilmente vincente.