Questa squadra non ha basi, non ha forma, non ha voglia, non capisce e non ha mai capito il senso che ha questa maglia
Eh, sì: regalo più bello per i 120 anni non poteva esserci. In una settimana in cui, ci permettiamo di dire, ci sembra ci sia stato fin troppo spazio per le celebrazioni, finisce che prima strappi uno 0-0 al Sassuolo dove non riesci a metterla in rete nemmeno sotto tortura e poi conferma la “verve” a Bergamo non solo ripetendo lo stesso score offensivo ma condendolo con 5 palloni al passivo ed una prova sportivamente tragica. Inutile continuare a girarci intorno: questa squadra non ha basi, non ha forma, non ha voglia, non capisce e non ha mai capito il senso che ha questa maglia per centinaia di milioni di tifosi nel mondo. Non c’è presente e non c’è futuro, non c’è testa e non c’è gamba. Ogni tanto ci si illude, ingigantendo prove che sono sempre - al massimo - appena sufficienti.
Però c’è tanta voglia da parte di giovani rampanti di discutere di rinnovi di contratti monstre, da parte della società di parlare di stadi e di tour con le glorie che furono, da parte dei dirigenti di arrivare quasi a farsi bullare da un indubbio campione del calibro di Ibrahimovic che, però, a 38 anni suonati non può pensare di tenere sotto scacco un club come il Milan. E se il Milan fosse, invece, sotto scacco proprio di chi lo gestisce? Molta arte sulla carta, poca parte nella quotidianità. Tante parole e tanti proseliti, pochissimi fatti e tantissimi errori. Una stagione completamente buttata via dopo che, già si diceva, meglio dell’era Gattuso-Leonardo si doveva necessariamente fare. Ed eccoci qua a leccarci ancora le ferite, inabissati come non mai. O forse solo come le stagioni di Inzaghi e della staffetta Mihajlovic-Brocchi. Pazzesco. Tristemente pazzesco.
E ora che si fa? Questo 5-0, a memoria, non si registrava da oltre vent’anni in una trasferta romana. Oggi si ripete con l’Atalanta, la squadra dell’anno, quella che ha sottratto con merito la Champions a maggio scorso e che continuerà ad essere la lombarda europea anche nel 2020. Con un sistema sportivo sostenibile ed individiabile, con cifre che anche Elliott probabilmente sarebbe disposto a spendere. E invece sei qui, con tanti sopravvalutati, con giocatori che si credono arrivati e che non hanno capito niente di come giri la storia. Non hanno capito che nessuno li ricorderà in futuro. Non hanno capito che stanno profanando un bene comune. Eh, sì: regalo più bello per i 120 anni non poteva esserci.