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Milan, volta pagina: tre punti fermi da cui (ri)partire

Gattuso dimentichi, per forza di cose, gli episodi dello Stadium e si concentri su ciò che di buono ha mostrato la squadra

10 Apr 2019 - 17:53

Sono passate una novantina di ore dal fischio finale della sfida dell'Allianz tra Juve e Milan e ancora non si sono placate le polemiche. Forse dovrei scrivere del rigore "solare" non fischiato da Fabbri per il fallo di mano di Alex Sandro, nonostante la segnalazione di Calvarese al Var. Sottolineando magari il diverso metro di giudizio utilizzato su episodi simili: basti pensare al penalty fischiato a De Sciglio un paio di anni fa, quando vestiva ancora la maglia "sbagliata" oppure a ieri sera quando, nel nuovissimo Tottenham Hotspur Stadium, durante la sfida tra padroni di casa e il City, il signor Björn Kuipers, olandese, non ha esitato ad assegnare il tiro dagli undici per un fallo di mano simile, molto ma molto simile, a quello di Alex Sandro. Quasi come un segno divino, un messaggio: "in quei casi è sempre rigore". Dovrei forse evidenziare la "confusa" gestione dei cartellini, quasi mai estratti in certi casi (Bonucci, Bentancur..), troppo facilmente in altri (Calhanoglu..), ma temo la mia sarebbe un'anonima voce persa in un oceano, che andrebbe a spegnersi e ad infrangersi nel nulla. Già, come una bolla di sapone o come la richiesta di prova Tv per Mario Mandzukic che è stata archiviata con un nulla di fatto.

Quindi bisogna andare avanti, il campionato non si ferma di certo e la corsa champions non aspetta (ancora a lungo..), per questo meglio concentrarsi sul campo e su cosa Mister Gattuso si porta via di buono dalla sfida di Torino.
Sono 3 i punti fermi da cui (ri)partire:
1. 4-3-3. I sistemi di gioco sono numeri, è vero, come lo è il fatto che i giocatori non sono pedine da muovere su una scacchiera. I moduli come detto da Gattuso "non si improvvisano", vanno allenati, studiati, preparati e giunti a questo punto non è più tempo di esperimenti. Piaccia o non piaccia nelle dinamiche tattiche di questa squadra è insito il modulo con 3 centrocampisti e 3 punte e bisogna andare avanti così, non ci si può permettere ora come ora di provare nuove soluzioni. (Vedi Udinese)

2. Bakayoko davanti alla difesa. Lo dicono le prestazioni, i numeri, i dati: Tiemoué deve essere il "mediano" davanti alla difesa, uno di quelli moderni, capaci di recuperare valanghe di palloni e di far salire la squadra guadagnando yard palla al piede. Il francese quando è stato schierato da mezz'ala, complice un calo generale di tutta la squadra, ha fatto decisamente fatica. Quindi fisso lì davanti, tra il ritrovato "Krenk" Kessie e Hakan Calhanoglu (nell'attesa di Paquetà).

3. Pressione alta, se fatta bene si può. E qui la squadra ha "smentito" il Mister che dopo la sfida con l'Inter disse che questa formazione faticava a fare pressing alto. Con la Juve abbiamo infatti visto un Milan innanzitutto compatto e corto, con le giuste distanze tra i reparti ma soprattutto in grado di alzare la pressione sul portatore, mettendo in difficoltà i bianconeri. Del resto basti guardare l'efficacia del pressing di Bakayoko alto a sradicare palla, sul gol di Piatek (21esimo proiettile..). In poche parole, se fatta bene, con concentrazione e attenzione la pressione più alta è gestibile anche dal Milan.

Sabato con la Lazio, si riparte da qui: da 3 punti. In tutti i sensi.