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Blindiamo il secondo posto, per rispetto e amor proprio

Lo striscione per Sarri non è una atto contro Ancelotti

23 Apr 2019 - 08:18

Pasquetta bagnata, Pasquetta fortunata? Non per il Napoli. Al San Paolo, con 19.604 temerari che hanno sfidato vento e pioggia, non sono bastati 70 minuti ad un buon livello ed il 105° sigillo griffato Dries Mertens per regalare un sorriso alla torcida azzurra, ancora ferita dopo l’eliminazione in Europa League. Unica nota lieta proprio il “folletto” belga, che con il suo bel gol, ottimamente propiziato dal traversone al bacio di Malcuit su iniziativa di Callejon, ha superato con un tocco rocambolesco Cavani nella classifica dei bomber del Napoli di tutti i tempi, portandosi ad 80 reti complessive in Serie A e ad un solo timbro da Maradona (al terzo posto in questa speciale graduatoria).

Tutto molto interessante fin qui, ma il calcio, si sa, sa essere spietato. Così, seppur giocando discretamente, pesano le tante occasioni sprecate sotto porta dagli uomini di Carlo Ancelotti, che comunque avevano dato la sensazione di avere un predominio territoriale abbastanza evidente. D’altro canto all’Atalanta è bastato l’ingresso in campo di Ilicic per ribaltare il risultato: 10 minuti di giocate concrete, in collaborazione con Duvan Zapata, cecchino infallibile col suo diagonale a fil di palo ed ottimo rifinitore per il raddoppio di Pasalic. Due gol amari e rapidi, che aumentano il dispiacere per le opportunità vanificate soprattutto da Milik, Fabiàn e Zielinski. Per il gioco di Ancelotti il finalizzatore è fondamentale, per questo mi chiedo se il solo attaccante polacco, che personalmente continuo a vedere meglio nei panni di seconda punta, possa bastare per la prossima stagione, alla luce dell’altisonante conferma proferita e ribadita proprio dall’allenatore in sala stampa. Mio parere personale: non avrei tolto Mertens dal campo, il migliore, ed avrei concesso qualche minuto ad Insigne.

Facile dirlo a giochi fatti, ma è anche vero che le possibilità che offre la panchina sono ben note. Senza voler andare troppo oltre con le analisi, con la squadra che attualmente appare fragile, e a sole sei lunghezze dall’Inter, la necessità di blindare il secondo posto deve assolutamente farsi strada nella testa dei protagonisti partenopei. Perdere la seconda posizione, con la Juventus già campione d’Italia e distante 20 punti in classifica, significherebbe lanciare un messaggio sbagliato alla piazza. Questione di testa, ma anche di amor proprio, dopo una stagione che non può essere definita fallimentare, ma che probabilmente troppo presto è stata data per “mentalmente” archiviata.

Le ultime 5 partite vanno onorate. Possibilmente con altrettante vittorie. Per poi concentrarsi nel migliore dei modi sulla prossima stagione. Piccola postilla finale sul tributo della Curva B all’ex allenatore: lo striscione “Sarri uno di noi” cade ad un anno preciso di distanza dalla conquista di Torino, quando la Juventus si arrese allo stacco portentoso di testa di Koulibaly. Quel Napoli, che poi negli elementi non dista tanto da quello attuale, è ancora nell’anima della gente e si è trattato, a mio avviso, di un bel riconoscimento verso chi ha regalato emozioni. Non l’ho pertanto letta come una mancanza di rispetto verso Carletto, che ho visto nervosissimo dopo la sconfitta con l’Atalanta proprio perché lui per primo vuole scrivere, il prima possibile, lunghe pagine di storia azzurra.

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