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Cuore tifoso Napoli: il ritorno dei tifosi per evitare il baratro

La squadra nella crisi più profonda dell’epoca De Laurentiis

20 Gen 2020 - 08:52

Una squadra che ha vissuto per un anno e mezzo nel paese dei balocchi, ora si è accorta che il villaggio vacanze ha chiuso e la realtà è molto peggio di quanto fosse immaginabile. Signori, da sabato scorso il Napoli è ufficialmente entrato nella crisi più profonda dell’epoca De Laurentiis. Undicesimo in classifica con 24 punti in 20 partite lo è stato solo nel primo anno di serie A, la stagione 2007-2208, la prima post serie B, con Reja in panchina ed una squadra composta da ragazzini volenterosi e vecchietti ancora arzilli. Di lì in avanti, sempre meglio, sempre in zona Europa dopo 20 turni e addirittura in due campionati (2015-2016 e 2017-2018), il Napoli di Sarri è stato anche primo in classifica. 

Ora si contano i danni rispetto al recente passato, con ben 23 punti in meno rispetto alla stagione scorsa, senza avere più leader nel gruppo e con ragazzi, da un lato un po’ troppo convinti che il loro futuro sia più luminoso altrove e dall’altro un po’ spaesati dalla situazione di disagio in cui si è venuto a trovare il Napoli. La squadra azzurra è un cumulo di macerie, sulle quali ha scelto di tentare la ricostruzione Rino Gattuso, l’unico esente da ogni responsabilità che spettano nell’ordine a 1) De Laurentiis 2) Ancelotti 3) Calciatori. Ma ora non è più tempo di spararsi addosso le accuse, bisogna intervenire in maniera concreta, magari lasciando da parte quei calciatori distratti da un futuro ancora ignoto, oppure da un contratto ancora da rinnovare. Il resto spetterebbe a De Laurentiis. Pur sapendo che il presidente non sente di dover fare mea culpa per lo sfascio di questa stagione, sarebbe corretto se si facesse sentire, incontrando i calciatori, guardandoli negli occhi e spiegando che gli errori commessi vanno dimenticati, col solo proposito di generare la salvezza della squadra. Il secondo passaggio spetta ai tifosi, gli ultras delle Curve in sciopero dallo scorso 5 novembre. Lo zoccolo duro dei tifosi serve per dare apporto alla squadra dagli spalti e pure a scuotere quei calciatori che hanno la testa altrove. Solo facendo così potrà essere allontanato lo spauracchio della retrocessione.

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