Contro il Lecce cancellato ciò che di positivo si era visto contro Lazio, Juve e Samp. Manca un rigore nettissimo
Non ci voleva. Una vittoria avrebbe significato riaffacciarsi verso orizzonti europei ed invece il Napoli si ritrova a leccarsi le ferite in seguito ad una sconfitta interna del tutto inconcepibile. Eppure i primi 28 minuti contro il Lecce avevano lasciato presagire qualcosa di positivo. È bastato invece un assetto difensivo non all’altezza, con Maksimovic e Koulibaly che si sono ritrovati in campo dopo le lunghe assenze, ancora molto distanti dalla migliore forma fisica, per far perdere le sicurezze acquisite grazie alle vittorie ottenute con Lazio, Juventus e Sampdoria.
È vero anche che l’inesperto arbitro Giua non ha concesso un rigore nettissimo per atterramento di Milik, e che il suo dovere sarebbe stato quello di recarsi immediatamente alla VAR per rivedere l’azione, anziché ammonire il polacco per una simulazione del tutto inesistente. Ma lamentarsi degli arbitri serve a poco, piuttosto bisogna concretizzare le azioni costruite in zona d’attacco!
Personalmente non avrei tolto Lobotka, che insieme a Demme stava conferendo maggiore compattezza al reparto mediano. Sia da Milik che da Zielinski, inoltre, è lecito attendersi molto di più. Non c’è comunque tempo per piangere sul latte versato. Per pensare troppo alle sciocchezze commesse e agli spunti che invece possono essere archiviati come positivi. Arriva mercoledì la semifinale d’andata a Milano contro l’Inter: per il Napoli un’occasione ghiotta per provare a regalare un’emozione ai propri tifosi, ormai stanchi dopo una stagione sostanzialmente deludente.
E poi si ritornerà con la testa al campionato, in trasferta in Sardegna, contro il Cagliari. Per i padroni di casa sarà sicuramente la sfida del secolo, per gli azzurri chissà... Con la speranza di poter puntare perlomeno alla zona Europa League. Meglio di nulla. Chiudo con un appunto: per la prossima stagione urge un bomber! Intanto fiducia incondizionata a Dries Mertens. Assist a parte, resta un punto di riferimento imprescindibile per la fase offensiva del Napoli. Ne giovano anche Insigne e Callejon. Lo sa bene anche Gattuso.