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Un brindisi per togliersi gli ultimi due sfizi

Le vittorie contro Inter e Bologna per chiudere al meglio la stagione e pareggiare il primo anno di Sarri

16 Mag 2019 - 17:55

Tutti uniti a tavola, come sempre accade per la cena sociale di fine anno. Sorrisi, tra i tavoli, parole rassicuranti. De Laurentiis ed Ancelotti, un binomio ormai consolidato, la certezza da cui ripartire, il matrimonio sempre più rinsaldato, qualora fosse necessario ribadirlo. Con le milanesi e le romane che studiano, ormai da diverse stagioni, come ritrovare il terreno perduto, con i rispettivi allenatori che non hanno la certezza del loro prossimo destino, il Napoli può vantare una discreta serenità sotto questo punto di vista. Il Napoli ed Ancelotti. Ancelotti e il Napoli. Fortissimamente. Il dado è tratto. La strada è tracciata.

De Laurentiis si è affidato al suo allenatore. A piene mani. Soddisfatto del secondo posto, che vuol dire qualificazione alla Champions, ora è tempo di togliersi gli ultimi due sfizi. Contro l’Inter al San Paolo, per il congedo dinanzi al proprio pubblico, e poi al Dall’Ara, in casa del Bologna, per raggiungere quota 80. Bastano 4 punti per centrare l’obiettivo indicato da Ancelotti, che tuttavia con due vittorie eguaglierebbe gli 82 punti raggiunti da Sarri il primo anno alla guida del sodalizio partenopeo. Dati che ammorbidiscono il giudizio sull’annata che, di fatto, verrà ricordata come quella dell’approdo di Cristiano Ronaldo alla Juventus, la quale (seppur campione d’Italia con 5 giornate di anticipo sul termine del campionato) negli ultimi tre turni non è riuscita a vincere, probabilmente perché ormai non ha più nulla da chiedere a se stessa dopo il tricolore conseguito, apparso di fatto meno gioioso del solito per la tristezza patita in seguito alla quasi contemporanea (nonchè prematura) eliminazione dalla Champions League.

E se il margine tra le prime due, attualmente di 13 punti, dovesse ridursi ulteriormente, renderebbe meno amaro il divario che già a gennaio si era fatto insormontabile. Pensieri sussurrati nella testa dei giocatori, che vogliono rinnovare la sfida alla Vecchia Signora. Per farlo occorre snellire la rosa, lasciando partire gli elementi che non si sono ben configurati con il credo tattico dell’allenatore. E poi spazio agli innesti, sugli esterni, come nel ruolo nevralgico del campo, senza dimenticare il bomber di peso, il finalizzatore. Allo staff tecnico l’arduo compito di individuare l’Ibrahimovic del futuro. O il Duvan Zapata di turno.

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